Andavo a 30 all’ora (sempre sul pezzo)

(Milano, le bici e i sellini) (Semicit)

Ora che l’argomento sembra un po’ essersi raffreddato, e la polemica è calata, sento che è il momento buono per dire la mia.
Innanzitutto un paio di fatti, che non fanno mai male: quello approvato dal consiglio comunale di Milano è un ordine del giorno che impegna la giunta ad agire nel senso della città a 30 Km/h.
La giunta, e in particolare il Sindaco Peppone Sala, ha già detto che si può fare, ma ha precisato (e mi pare che sia una posizione di buon senso) che occorrerà valutare bene e che non tutte le strade saranno portate al limite di velocità di 30 Km/h.
Fine della storia, almeno per ora.

Cominciamo con una nota squisitamente tecnica: ci ho provato ad andare a meno di 30 Km orari con la mia macchina. La mia macchina non è una Ferrari, e neppure una Twingo. E’ una Opel zafira a GPL del 2010.
Dicevo, ci ho provato. E per riuscire a percorrere qualche decina di metri senza superare i 30 Km orari di velocità devi marciare in seconda, avendo comunque cura di sfiorare l’acceleratore senza premere, con un occhio costantemente al tachimetro, altrimenti è un attimo arrivare ai 35. Se metti in terza o molli del tutto il pedale, e non ti muovi, o non ce la puoi fare.
Non so se con macchine più moderne, col cambio automatico, sia più semplice (magari sì, se hai la possibilità di impostare un limitatore, che non credo sia di serie su qualche modello).

Portare il limite di velocità in città a 30 Km/h è una di quelle cose su cui, da automobilista, non sono necessariamente in disaccordo, con le dovute cautele.
Ci sono tratti stradali (penso per esempio alle circonvallazioni) in cui sarebbe forse controproducente, e altri in cui il limite esiste già anche se non c’è sui cartelli.
Ci sono tratti in cui, soprattutto in alcuni orari, tra una semaforo, un dosso, una rotonda e un restringimento (per non parlare degli scemi in doppia fila o dei ciclisti e dei monopattini in mezzo alla strada), la velocità di 30 Km/h non è raggiungibile né come punta né come media.
In ogni caso qualsiasi intervento che abbia lo scopo dichiarato di aumentare la sicurezza di tutti quelli che utilizzano le strade, automobilisti, motociclisti, ciclisti, monopattinisti e, anche, pedoni, deve essere preso in valutazione.

Detto questo, faccio un po’ di polemica che alza lo share: Milano è in guerra, silenziosa e inesorabile, contro le automobili da tempo. E’ cominciata con i parcheggi, e l’invasione di strisce blu ovunque.
Ne fa parte, a suo modo, anche l’invasione di piste ciclabili. Non tanto per le piste stesse, ma per come generalmente sono realizzate, spesso togliendo spazio alle carreggiate anche dove non ce ne sarebbe bisogno. A tal proposito mi viene ogni tanto il sospetto che certi tratti di ciclabile siano stati progettati da qualcuno che non è mai andato in bicicletta, oltre che in auto, in vita sua. Ma tant’è, ci deve essere dietro un genio che io, coi miei limitati mezzi cognitivi, non riesco a comprendere.

Il problema di queste iniziative, purtroppo, è che spesso pur essendo proposte di puro buon senso, vengono promosse da fanatici che il buon senso l’hanno accantonato da tempo in nome di una visione del mondo integralista.

Ora ci sta bene un altro riferimento personale: Io vengo da una piccola città (Cit.), nei pressi della quale mi sono sempre spostato parecchio in bicicletta.. Vent’anni fa o giù di lì mi sono trasferito a Milano e la mia bici (una fidata Atala da senza cambio regalatami in terza media dopo che qualcuno aveva rubato la mia fidata graziella verde) è venuta con me.
Un giorno, volendo fare un giretto nel mio nuovo quartiere, ho inforcato la bici. Ho fatto un giro di un’oretta circa, sono rientrato terrorizzato e ho messo via tutto.
Negli anni mi è capitato di riprendere la bici, ne ho anche una nuova addirittura col cambio Shimano, per alcuni periodi l’ho pure usata per recarmi al lavoro, ma ogni singola volta con la consapevolezza che stavo mettendo a rischio la mia vita.
Questo per dire cosa?
Che sono assolutamente favorevole a tutte le iniziative che rendano più sicuro spostarsi in biciletta a Milano (dove ho già sentita questa cosa? Ah sì, l’ho scritta io poche righe sopra).
Ma da automobilista, per necessità, sono contrario a questa guerra segreta contro le automobili.

Un pensiero su “Andavo a 30 all’ora (sempre sul pezzo)

  1. mi permetterei di osservare, da ex milanese ormai trasferito a Torino (anche qui parlano di mettere i 30km/ora) che, se è giusto aumentare la sicurezza dei ciclisti, è altrettanto corretto a mio avviso che questi ultimi accettino il fatto di non essere dei privilegiati e pertanto:
    1. non puoi andare contromano
    2. non puoi girare di notte a luci spente (soprattutto contromano)
    3. anche se sei in bicicletta non puoi attraversare le strisce pedonali senza nemmeno guardare, perchè quando sei SULLA bici non hai le stesse prerogative dei pedoni, per cui io automobilista non ho nessun obbligo di darti la precedenza, a meno (in qualche caso) che tu non venga da destra
    Ai torinesi, che vogliono scimmiottare Parigi, Berlino o la stessa Milano, vorrei ricordare che in queste città ci si può spesso muovere agevolmente anche senza auto, grazie ad un’efficiente rete di metropolitane, mentre a Torino se non abiti nella zona coperta (se fosse un orologio segnerebbe le 9) sei tagliato fuori, per cui al diavolo la demagogia
    mi sembra tanto un rincorrere i 5stelle, che tanti danni hanno già fatto (almeno a Torino e basta vedere come sono andate le elezioni per il nuovo sindaco, per capire quanto la città li abbia apprezzati), con slogan e provvedimenti ad minchiam, senza alcun collegamento con la realtà
    esattamente come il voler spostare tutto il parco auto sull’elettrico, senza sapere come produrre tutta quell’elettricità, dove approvvigionarsi dllle materie prime necessarie e come smaltire, a fine vita, tutte le batterie esauste, con il loro carico di rifiuti inquinanti…

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