Inter – Milan: 1 – 0 (L’opossum è vivo e lotta con noi)


Primo tempo: la tattica dell’opossum.
Se il piano partita di Pioli era quello di confondere la seconda squadra di Milano fingendosi morti cercando poi di infilzarla alle spalle nel secondo tempo, direi che è riuscito solo in parte.
Fingersi morti alle volte aiuta, e devo dire che almeno fino al 35° sembrava pure che stesse funzionando.
Non ci voleva quel gol subito su palla inattiva.
Strano, non ne subiamo mai, e proprio quando non serve invece… (sì, se non fosse chiaro, questo è sarcasmo).
Quando punti a non prenderle e basta, a qualsiasi costo, anche rinunciando del tutto a giocare a calcio, prendere un gol tende a rovinarti, oltre che l’umore, il piano partita.

Secondo tempo: il risveglio dell’opossum.
Andata male la prima parte del piano, cerchi comunque di applicare la seconda: cambi la formazione e tenti il recupero, ma se ormai hai interiorizzato la parte dell’opossum, non puoi improvvisamente diventare una pantera, per cui attacchi come attaccherebbe un opossum (o voli come vola il tacchino, per citare il Maestro).
Che, comunque, è un miglioramento: siamo passati dallo zero totale in tutte le statistiche offensive a qualche tiro (4), anche se ahimè nessuno veramente nello specchio della porta.
In ogni caso una sconfitta meritata e, è dura ammetterlo, ineluttabile, giunta alla fine di una partita approcciata male e giocata male.

Ora, siccome resto un inguaribile ottimista cerco di trovare quel poco di buono che c’è nella partita di ieri, in ordine sparso:
– Non abbiamo preso l’imbarcata che tutti in qualche modo si aspettavano. Certo, abbiamo perso, e nel derby fa sempre e comunque male, non solo per i tre punti, ma dopo aver preso 13 gol in 4 partite di campionato, riuscire a prenderne solo uno contro i cugini è quasi una boccata d’aria fresca. Magrissima consolazione che non cambia le cose.
– Thiaw: è entrato, ha retto l’impatto fisico con Lukaku, ha fatto vedere delle belle cose, mi è piaciuto. Mi chiedo perché non possa giocare di più. Ma soprattutto, questo significa che quelli nuovi non sono tutti così scarsi e che si potrebbe provare a farli giocare di più.
– Tatarusanu: un paio di parate, un uscita, cose da portiere. Certo, ha anche preso un gol, ma questa volta non certo per colpa sua. Continuo a pensare che sarebbe meglio provare qualche alternativa in porta, ma ieri sera almeno è sembrato un portiere.
– L’ultima mezzora: almeno abbiamo provato a giocarcela. Ma in maniera ancora una volta inconcludente. Tocca comunque aggrapparsi a quella scintilla, a quelle due azioni partite dai piedi di Leao e concluse con due tiri, sperando che siano l’inizio del risveglio da questo misterioso letargo.

Finita la parte dell’ottimismo, tocca essere crudamente realistici:
In questo momento siamo fuori dalla zona Champions e i segnali che ci fanno sperare di poterci rientrare sembrano ridotti ad un fievole lumicino. Occorre capire in fretta cos’è successo e, soprattutto, occorre tentare di rimediare al volo. Finora non è andata bene.
Nelle prossime due partite di campionato affronteremo Torino e Monza, due squadre (non me ne vogliano i rispettivi tifosi) che sulla carta non dovrebbero impensierirci più di tanto.
Ma in questo momento lo fanno, perché nel tempo di uno schiocco di dita siamo passati dall’essere la squadra che tutti, chi più chi meno, temevano, a una squadra che ha paura di tutto e di tutti, soprattutto di sé stessa, e non abbiamo la minima idea di cosa fare per riprenderci.
La partita di Champions nemmeno la considero, è una variabile impazzita, in cui potremmo cavarcela e ritrovare improvvisamente un po’ di autostima come crollare definitivamente e morire di morte morta. E questo, forse, è l’aspetto peggiore di tutti. Il fatto di non sapere più neppure in cosa possiamo sperare.

Detto questo, concludo comunque col consueto Forza Milan, e a culo tutto il resto.

Un pensiero su “Inter – Milan: 1 – 0 (L’opossum è vivo e lotta con noi)

  1. cosa dire, posso solo accodarmi alle fievoli speranze, sebbene non riesca ad essere così ottimista come te, che conservi una minima pazza speranza per la Champions, da cui io invece ci considero già fuori…
    ho sentito qualcuno, forse Boninsegna, paragonare il Milan alla Nazionale Manciniana che ha vinto per caso l’Europeo, per poi venire pesantemente ridimensionata.
    credo che il paragone sia corretto: l’anno scorso abbiamo vinto, inaspettatamente, il campionato non perché eravamo i più forti, ma per una strana congiunzione astrale.
    questo ha convnto tutti, allenatore, giocatori, dirigenti, nuova proprietà, che la squadra fosse fortissima e che bastavano pochissime modifiche, fatte con un budget modesto e con notevole ritardo rispetto alle altre squadre.
    oggi raccogliamo il frutto di tutti quegli errori.
    i nostri non sono i giocatori più forti del mondo, il nostro allenatore non è il migliore dell’universo, il nostro modo di giocare (per lo meno quando ancora giocavamo) è lento e prevedibile, con troppi passaggi, la nuova proprietà che pensava di speculare risparmiando rischia di ritrovarsi con un pugno di mosche, se i giocatori non si svegliano al più presto ed iniziano a combattere, da scarsi contro i campioni e non come fatto finora con troppa sufficienza, per tentare di conquistare un posto in Champions
    detto questo, è sempre un gran piacere leggerti, confesso che a volte aspetto con un pizzico di impazienza il nuovo commento, e mi unisco alla consueta chiusa di gucciniana ispirazione: Forza Milan e a culo tutto il resto

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