Milan – Sassuolo: 2-5

Finite le bestemmie, restano poche parole.

Cominciamo dalle poche note positive, se così le vogliamo chiamare: si è girato Giroud (ben due volte, se ignoriamo il fuorigioco), si è girato Rebic (ma anche qui dobbiamo fingere che non esista questo assurdo e cervellotico fuorigico), e udite udite, si è girato anche Origi (ma non l’ho visto. Preso dallo sconforto avevo già spento il televisore).

Per le note dolenti ci vorrebbe un blog a parte. Subiamo troppi gol. Giochiamo con un portiere che ormai non gode più della fiducia neanche di se stesso, e questo si riflette su una difesa che non è mai stata così scarsa. Non c’è altro modo di definirla, scarsa. Scarsa come la merda di uno stitico, lenta come un bradipo che caga e altrettanto insicura nei movimenti.

Spero che rientri il prima possibile Mike Maignan, perché anche oggi in almeno tre dei cinque goal che abbiamo preso Tătărușanu ha delle serie responsabilità. In una squadra così, che va così male, non ci si può permettere di giocare praticamente senza portiere.

Il centrocampo a due funziona quando tutto funziona (verrebbe da dire grazie al cazzo) ma adesso che non funziona niente il centrocampo a due è equivalente a un cieco centrocampo a zero. Dell’attacco non ne parliamo. Certo oggi qualche pallone l’abbiamo buttato dentro, ma che fatica. E soprattutto non è una gran consolazione segnare due goal quando ne prendi cinque in quel modo.

La sensazione più spiacevole è quella che Pioli, autore del miracolo degli ultimi due anni, ci stia capendo in questo momento quanto ci stiamo capendo noi, cioè poco niente. La situazione è di quelle che fanno vacillare anche il più ostinato degli ottimisti, me compreso. Continuo a pensare che questa squadra che abbiamo visto oggi sia troppo brutta per essere vera e che in fondo la situazione si possa recuperare. Ma batosta dopo batosta, figura di merda dopo figura di merda, comincio anch’io ad avere qualche dubbio.

Quello che nessuno si spiega è come una squadra che fino all’88º della partita con la Roma sembrava essere rientrata dalla pausa mondiale con tutti i numeri per inseguire il Napoli, in un attimo si sia sciolta in questo modo diventando la roba inguardabile che è stata nelle ultime partite. Non so se è successo qualcosa, non so cosa sia successo, semplicemente non me lo spiego.

Mi è capitato nella mia lunga carriera di tifoso di assistere a partite pessime, anche ad annate pessime, ma le annate pessime tendevano a iniziare male e a continuare male, al limite malino se miglioravano. È la prima volta che assisto a un’annata che inizia bene, con una squadra che ha anche un bel gioco, che conquista gli ottavi di Champions e il secondo posto in classifica, e che all’improvviso si squaglia in questo modo. Qui siamo molto oltre lo sbagliare una partita.

Il mercato estivo finora sembra un enorme fallimento, quello invernale semplicemente non c’è stato. Francamente non so che pesci si possono pigliare in questo momento. Cacciare Pioli? Servirebbe a qualcosa? E chi mettiamo al suo posto?

E quindi le poche, ultime parole: Forza Milan, sempre e comunque. Finirà questo lunghissimo gennaio.

Milan – Roma: 2-2 piove governo ladro.

Breve e sintetico riassunto della partita:
Sotto una pioggia battente e ininterrotta (era una notte buia e tempestosa, verrebbe da dire), il Milan tiene palla per 87 minuti, tira in porta un paio di volte, segna due gol e poi decide di tentare di gestire il risultato. Decisione sciagurata anziché no.
La Roma, che si era pervicacemente rifiutata fino agli ultimi minuti di giocare a calcio, nel finale butta dentro tutti gli attaccanti che ha e anche quelli che non ha e si getta in avanti alla disperata.
Sembrano gli ingredienti per un paio di contropiedi di quelli che ammazzano una partita già morta, invece su due palle inattive pigliamo due gol, e lasciamo nel finale due punti su tre.

Chi ha sbagliato? Pioli? Tatarusanu? E’ importante saperlo?
Direi che non è la prima volta che trovandoci a cercare di gestire una partita che sembra già vinta andiamo nel panico e perdiamo dei punti.
Piacerebbe poter dire che non succederà più, ma viene da pensare che questa sia una squadra che si trova meglio con le corse matte e disperate che con le situazioni in cui occorre gestire. E’ una questione, forse, di maturità. Che magari arriverà, col tempo. E magari no.
Un po’, dicendo la mia, chi se ne frega. Alla fine è molto più divertente così, fanculo al corto muso e al suo profeta.
E forza Milan, sempre.

Un film già visto

Cremonese – Milan: 0-0

Dopo la brutta partita di ieri, solo brutti pensieri. Ma un po’ di memoria storica dovrebbe aiutare, perché non è una novità il fatto che andiamo in sofferenza contro le provinciali che giocano molto chiuse. E’ successo, più volte, anche l’anno scorso. Non ce lo ricordiamo perché la cavalcata finale che ci ha portato allo scudetto ci ha riconciliato con tutto, vita compresa, ma anche nello scorso campionato abbiamo avuto lo stesso problema e, secondo me, la ricetta è la stessa: trovare un attaccante che riesce, anche di culo se capita, a sbloccare queste situazioni e che faccia una ventina di gol a stagione.
Sì ok, va bene Giroud e i suoi gol pesanti, ma non basta. Ci vuole qualcuno che faccia anche i gol che non sembrano pesanti (ma si rivelano tali alla fine).

Dei singoli non parlo, le prestazioni individuali sono frutto di tanti aspetti.
Ma un rimprovero a Pioli (che certamente mi legge), in amicizia e con tutto il rispetto, lo voglio fare:
Mancavano due partite prima della lunga pausa per i mondiali. Due, non trentacinque. Secondo me, a mio modesto parere, con tutta l’umiltà del caso, non era il momento di fare esperimenti.
Date anche le assenze pesanti per squalifiche e infortuni, ieri avrebbero dovuto essere in campo dall’inizio tutti i migliori (ogni riferimento a Leao, per fare un nome, è voluto).
E così dovrà essere domenica.
Avranno tempo per riposarsi. Ma non possiamo permetterci di perdere altri punti.

In ogni caso, Forza Milan.

Torino – Milan: 2-1

Pessima partita, pessimo risultato, ma c’è poco da dire e poco da fare.
Abbiamo giocato meglio per sì e no 5-6 minuti, nei quali Leao ha sprecato un quasi gol e un gol praticamente solo da accompagnare in porta, poi il Torino si è acceso e noi ci siamo spenti.

Ora qui lo dico e qui lo nego, la testa, quella dei ragazzi in campo, ma anche quella dei ragazzi a casa (mi ci metto pure io, eh oh), e forse pure quella di San Pioli, era più alla partita di Champions di mercoledì che a quella di ieri (non so spiega altrimenti l’esclusione di Bennacer). Ma questo non giustifica la diffusa mollezza vista in campo da parte di quasi tutti i giocatori.
Bisogna, bisognerebbe, essere sempre sul pezzo in tutte le partite.

Poi se becchi, con qualche colpa, due gol in tre minuti, è anche normale che ti cedano un po’ le gambe. Però non è quello cui siamo stati abituati, negli ultimi anni, da questi ragazzi.

Voglio pensare alla partita di ieri come un incidente di percorso, una di quelle sbandate che ogni tanto capitano, sperando, come si dice in questi casi, che sia una di quelle sconfitte che aiutano a crescere.

Registro, però, che ieri è tornato a farsi vedere un problema che, nelle ultime partite, sembrava in qualche modo essere risolto: in tutto il primo tempo il Milan ha fatto 5 tiri (non molti), nessuno nello specchio della porta. Nel secondo tempo, quando avremmo dovuto dare tutto per tentare di recuperare, la solfa non è cambiata. 1 solo tiro in porta, quello del gol.
Se contiamo poi che il nostro gol parte da un fallo di Messias (non così evidente o violento come qualcuno vorrebbe far credere, Buongiorno ha accentuato molto il contatto), questo è un dato di cui tenere conto.
La crescita della squadra, anche in chiave futura, passa dal trovare un giocatore che cerchi e trovi la porta più spesso di quanto facciamo ora.

Meglio la prima

Ora che ci siamo tolto il problema della prima posizione in classifica, che ci metteva un po’ in imbarazzo dato che, si sa, è una posizione già prenotata e assegnata con largo anticipo, possiamo finalmente iniziare il campionato, con l’obiettivo dichiarato e scontato di arrivare alla fine, con un po’ di fortuna, nei primi 4 in classifica.
Voglio fare il ganassa, io ci credo. Possiamo arrivare terzi.
Non sarà facile, ma nulla lo è.

Detto questo, un pareggio in casa dell’Atalanta ci sta. Se avessimo sprecato un po’ meno forse ci sarebbe stato anche un risultato migliore.
Ma alla fine va comunque bene così.
Siamo in perfetta media inglese (chi ha una certa età sa di cosa parlo) e ancora una volta abbiamo affrontato la partita giocando dall’inizio con una formazione in cui non c’era nessuno dei nuovi arrivati.
Non so se si tratti di un eccesso di gratitudine da parte di Pioli nei confronti dei ragazzi che hanno appena vinto uno scudetto, o se si tratti solo di dare ai nuovi i tempi giusti per inserirsi nel gioco della squadra. Lo vedremo nel prosieguo del campionato.
Però questo è un fatto.

Come è un fatto quello che abbiamo incassato già 3 gol, segnandone 5.
In due partite.
A agosto.
Buon segnale in attacco o pessimo in difesa? Ai posteri l’ardua sentenza.

Il campionato è ancora molto lungo, e sarà un campionato molto strano.
Che noi affronteremo, è giusto ribadirlo, con lo scudetto sulla maglia.
Forza Milan, sempre.

Bona la prima – ferie agostane edition

Che dire, sembra passata tutta un’estate, e invece no.
Ricominciamo come abbiamo finito, vincendo e facendo scoppiare fegati.
Non a caso la formazione iniziale messa in campo da #Pioliisonfire non includeva nessuno dei nuovi arrivati di questa breve estate.

Tolgo subito di mezzo la questione: il rigore ci poteva stare. In altre zone del campo sarebbe stato fischiato il fallo 9 volte su 10. In area, si sa, bisogna andarci un po’ più coi piedi di piombo. Soprattutto se è la nostra area. Non sia mai che ti capiti di fischiare un #rigoreperilMilan, che poi quelli nati dopo e male se ne risentono.
Ma il difensore dell’udinese ha preso in pieno Calabria e non ha neppure sfiorato la palla, per cui di cosa stiamo parlando?

Quanto alla partita, siamo stati un po’ fessi nei due gol dell’udinese. Diciamo che qualcuno aveva forse ancora un po’ la testa in vacanza, ma abbiamo segnato 4 gol e ho contato almeno un altro paio di occasioni sprecate.
Per cui anche qui, di cosa stiamo parlando?

Nel secondo tempo Pioli si è anche tolto lo sfizio di far assaggiare l’erba di San Siro ai nuovi acquisti (quelli che a Maldini e Massara è stato generosamente consentito di prendere tra una beffa quotidiana e l’altra).
E’ presto per giudicare, soprattutto dato che la partita era virtualmente finita già da un po’. ma credo che possiamo essere legittimamente ottimisti sul terzo posto alla fine di questo nuovo campionato..

Milan – Venezia: 2-0

Che dire?
Partita non bellissima, ma utilissima, soprattutto per il risultato, che ci consente di restare attaccati all’obiettivo stagionale di qualificarci nuovamente alla Champions League, senza eccessivi sforzi.

Un po’ per gli infortuni, che non mancano mai, un po’ per scelta (condivisibile), partiamo con una formazione decisamente rimaneggiata. Giochiamo senza una punta di ruolo, e con quattro panchinari (Romagnoli non me ne voglia, ma è così) su quattro in difesa.
Nel primo tempo riusciamo nell’impresa di non fare neppure un tiro in porta.
Ci proviamo, tiriamo, ma con scarsa mira e ancor più scarsa efficacia.
Il Venezia si difende ordinatamente e ostinatamente.
Nel secondo tempo il copione si ripete, fino a quando Pioli decide che è ora di cambiare qualcosa, e mette in campo tre titolari.
Questo basta a vedere un’altra partita. E a portarsi a casa senza troppi patemi i tre punti.

La palma del migliore in campo se la giocano Theo Hernandez e Saelemaekers, che ieri sera sembra a tratti indiavolato.

Tutto il resto è contorno. Maignan che cazzia tutti al 93°, l’ingresso di Pellegri, gli infortunati che esultano dalla tribuna, Tonali che fa il vecchio saggio in campo. La squadra c’è, la squadra funziona, ci sono enormi margini di crescita.

Ora però mi tocca menzionare il coglione che ha pensato bene di portarsi allo stadio un puntatore laser e di usarlo per spararlo in faccia ai giocatori del Venezia. Lo ho notato una prima volta in un inquadratura durante una rimessa laterale. Si vedeva bene anche il punto da dove partiva il raggio. E poi ho visto, l’hanno vista tutti quelli che hanno guardato la partita in TV, la luce verde sul volto del portiere, nel secondo tempo.
Ora, chiaramente stiamo parlando di un minus habens, uno che non dovrebbe poter frequentare luoghi in cui si celebrano eventi sportivi.
Ma quello che vorrei dire è che se io ho fugacemente intuito, da un’inquadratura in movimento, il punto da cui partiva il fascio di luce, non dovrebbe essere difficile inquadrare con uno zoom, anche senza mandarla in onda, la faccia dell’imbecille, consentendone l’identificazione.
E quindi non dovrebbe essere neppure così difficile raggiungerlo e impedirgli vita natural durante l’accesso allo stadio.
Questo almeno è quello che vorrei vedere.

Chi ha sbaliato, Pioli?

Il primo tempo è andato via come un po’ ci si aspettava, con la seconda squadra di Milano arrembante e noi a giocare di rimessa.
E Ibra, croce e delizia, che ci ha portato in dono il vantaggio con un gran bel gol.

Ma nell’intervallo, dopo quello che era successo alla fine del primo, Pioli avrebbe dovuto lasciarlo a riposo. Era scritto a caratteri cubitali nel cielo di San Siro che l’ottimo irreprensibile arbitro Valeri lo avrebbe espulso al primo sospiro sbagliato. Poi Ibra ci ha messo del suo e taac, il secondo giallo è arrivato in un soffio, e con un soffio s’è portato via tutte le nostre residue speranze.
Peccato di ingenuita? Ottimismo mal riposto?
Ai posteri, per quel che conta, l’ardua sentenza.

Ovviamente nel secondo tempo in 11 contro 10 la squadra destinata al biplete ci ha schiacciati nella nostra area e ci ha bombardati. Ci sta. Inevitabile, direi.
E comunque sono riusciti a segnare solo su rigore e su punizione (a proposito, grande Tatarusanu stasera).

Teniamo la testa alta, ma soprattutto lucida, per favore. Presto torneranno Bennacer e Calhanoglu, che si è visto anche stasera non sono attualmente sostituibili coi giocatori in rosa. Ricordiamoci che il nostro vero obiettivo è arrivare nei primi 4 in campionato.

Però un intermerda ci sta d’ufficio.

ADDENDUM: leggo ora che ci sono dei fessi che accusano Ibra di razzismo per le frasi rivolte al gentleman Lukaku ed invocano punizioni esemplari nei suoi confronti. Zlatan Ibrahimovic, uno che sente dare dello zingaro praticamente da quando ha cominciato a giocare.
Sarà anche stronzo alle volte, questo ci sta e fa un po’ parte del personaggio che si è costruito addosso, ma per piacere, accendete il cervello.

Hanno ucciso l’uomo Ragnick

Non avevo una particolare opinione su Ragnick prima, quando sembrava certo il suo arrivo, ma sono abbastanza contento per il fatto che alla fine non se ne faccia nulla. Non tanto per lui, quanto per il modo in cui tutta l’oprerazione è stata condotta e raccontata.

(E comunque quel suo piglio da tedesco pieno di sé non me lo rendeva molto simpatico)

Sono contento soprattutto perché il meritato rinnovo di Pioli aumenta di parecchio le probabilità che venga confermato anche Ibrahimovic, che pur riconoscendo i meriti dell’allenatore, è il vero artefice del miracolo di questo Milan che è uscito dal Covid (lui sì) migliore di prima, molto migliore.

Per non parlare della conferma di Paolo Maldini. Non si può ripartire da zero ogni anno.

(Se poi ne vogliamo parlare, resta la sensazione che la società si stia muovendo a vista, a casaccio, a cazzo di cane, trovate voi le parole, con cambi di idea tanto epocali quanto improvvisi, o improvvisati. E questo non è esattamente un buon segnale).

Detto questo, con la partita di ieri il Milan è ufficialmente tornato in Europa (anche se nel torneo che non interessa a nessuno) e questa è un’altra cosa da festeggiare.
Restano da giocare tre partite, che contano ormai poco più di niente, ma sarebbe bello vederle giocare come le ultime. Anche se tra sfiga e Pairetto la prossima coll’Atalanta verrà giocata, probabilmente, dalla primavera con l’aggiunta di Ibra, che, l’abbiamo capito, non vuole perdersi neppure un minuto.

ADDENDUM: ero talmente interessato alle cose di Rangnick, che non sapevo neppure come si scrivesse correttamente il suo cognome. Ora lo so, perché l’ho letto altrove, ma lo lascio così, sbagliato. Mi sembra che abbia comunque un senso.