Milan – Napuleemillecolori: 1-2

Come sempre, nel bel giuoco del calcio come nel bel giuoco della vita, perdere ci sta. Fa parte delle possibilità possibili, che al netto di imprevedibili catastrofi che portano alla conclusione anticipata della partita (terremoti, invasioni aliene, lampadine fulminate), sono solo tre: perdere, pareggiare, vincere.
Quel che ci sta un po’ meno, almeno per i miei gusti, è perdere e poi presentarsi davanti ai tifosi e sostenere che va bene così, perché alla fine abbiamo giocato una buona partita. Che è un modo di negare la sconfitta e, in certi casi, anche di negare la realtà.
Chiariamo: non sono fanatico del risultato fine a se stesso. Certo, concludere incassando 1 o 3 punti è meglio che perdere, ma conta anche come ci si arriva. E il guaio è che se quella col Napoli è stata la miglior partita della stagione, se questo rappresenta il punto apicale di un percorso, avremmo potuto anche vincere 5-2 e ci sarebbe stato da festeggiare (forse) solo per il risultato. Perché il gioco, diciamolo, fa schifo. L’unico schema individuabile pare essere darla a Balotelli e vedere che combina. A parte questo continua ad essere impossibile tentare di capire qual è il gioco della squadra.
Per cui, se non si può gioire per il gioco, e non si può gioire del risultato, mi si spiega di cosa cazzo dovremmo essere contenti?
Forse solo perché, con la difesa che ci ritroviamo, e col portiere che ci ritroviamo, non abbiamo fatto la fine del Sassuolo.
Dopo anni che, quando insultavo Emanuelson, mi sentivo rispondere che era fuori ruolo, finalmente lo abbiamo visto giocare nel suo ruolo d’origine, terzino sinistro, e non ha smesso di far cagare.
Dopo anni che continuiamo a prendere gol a cazzo con la difesa schierata, guarda caso ieri abbiamo preso un altro gol a cazzo con la difesa schierata, a cazzo di cane.
Per non parlare di Abbiati sul tiro di Higuain.
Tutto quello che succede sul campo per il Milan passa attraverso Balotelli, ma non solo perché è un accentratore. Più che altro perché gli altri non esistono. O se ci sono fanno danni.
Poi volendo si potrebbe recriminare sul fatto che non ci hanno dato un paio di rigori (alla faccia del complotto pro Milan), o che Balotelli ha scelto il momento peggiore per sbagliare il primo rigore della carriera, o che il fallo da dietro su Balotelli era da rosso, che quello di Behrami era fallo (dalle mie parti è un blocco in movimento), ma non cambia la sostanza. Che è quella di una squadra che non ha un gioco, ma che ha una serie di difetti ormai noti e arcinoti ai quali sembra essere affezionata, al punto che li coltiva, li coccola e li tira fuori in ogni occasione possibile, come certi vecchietti un po’ rincoglioniti che puntualmente, a tavola coi parenti, si tolgono la dentiera e la sciacquano nel bicchiere. Giusto per vedere l’effetto che fa.
Prendo nota però degli episodi, giusto come promemoria di fronte a quelli che sostengono tutt’ora che il Milan è favorito dagli arbitri. Come diceva il maestro, rigore è quando arbitro fischia.

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