Milano siamo noi

Serviva un miracolo, ma evidentemente l’ultimo che avevamo l’abbiamo usato per arrivarci a questa semifinale.
Qualcuno, soprattutto i tifosi del Napoli, potrebbe parlare di karma, anche se a sproposito.
La verità è che la puoi sfangare una, due volte, contro squadre più forti, prima o poi il conto da pagare arriva.

Ora, se devo fare un pronostico, e lo dico con tutta sincerità, chiunque passi il turno stasera, tra Real e City, ha tutte le carte in regola per prendere l’Inter e farne straccetti come l’Inter ha fatto con noi.
Non lo dico per fare un dispetto a qualcuno, è una semplice questione di spessore e profondità della rosa.

L’Inter ha una rosa molto più profonda di quella del Milan.
Questa frase ieri i cronisti di mediaset l’hanno ripetuta più volte, e al di là del fatto che per chi non conosce il barbaro gergo calcistico potrebbe essere un’espressione totalmente priva di significato, ha in sé la sua profonda verità. Se il monte ingaggi delle sole tue riserve è superiore al monte ingaggi di tutta la mia squadra, riserve, titolari e magazzinieri compresi, direi che tra noi c’è una differenza evidente.
Chiariamoci, il monte ingaggi non è sempre un indicatore diretto del livello dei giocatori o della squadra. Ci sono in ballo, per quello, molti altri fattori anche non economici. Ma è sicuramente un indicatore diretto del livello dei giocatori che ti puoi permettere di assumere (poi lasciamo perdere eventuali discussioni sul fatto che li paghi con soldi tuoi, soldi che non hai, soldi del monopoli, etc).
L’Inter è più forte del Milan, in questo momento. Lo dicono i derby, 4 di fila, in cui non abbiamo segnato neanche un gol, lo dice la classifica di campionato, lo hanno detto chiaramente e senza possibilità di dubbi queste semifinali.

Finita questa parentesi europea tocca tornare a occuparsi, soprattutto per la squadra, del campionato. E del fatto che abbiamo buttato via tanti punti che potrebbero rivelarsi fondamentali per quello che era ed è ancora il vero obiettivo stagionale, almeno secondo me, cioè qualificarsi in Champions League anche per la prossima stagione.
Purtroppo è tutto molto difficile, vincere le ultime 3 partite potrebbe, per come si è messa la situazione, non bastare.
Del futuro, del mercato, di Pioli, Maldini, Cardinale, Leao, Origi, De ketelaere, papa Francesco e sbitulino, di tutte queste cose ci potremo occupare con la giusta calma dopo, a bocce ferme.

Forza Milan, e a culo tutto il resto.

La vergogna

Penserete che questo post sia sulla partita. Se non fosse successa un’altra cosa, lo sarebbe. Ma sulla partita c’è poco da dire che non abbia già detto altre volte. Questo è un Milan che o gioca bene (e purtroppo lo fa sempre più di rado) o non gioca e basta.

Ma la vergogna, per me, è un’altra. È la squadra a rapporto dagli ultras a fine partita. A farsi fare la ramanzina da gente che se va bene ha la fedina penale più lunga del numero di zeri nel prossimo contratto di Leao.

Certo, la curva del Milan sta facendo un gran lavoro di immagine negli ultimi tempi, sempre presenti, sempre tutti uguali (sembra che il nero sia stato quasi imposto come una specie di divisa), sempre a cantare anche nelle partite peggiori, hanno anche inventato un nuovo coro che stanno imponendo come una specie di mantra.

Un coro totalmente autoreferenziale, sulla falsariga di quello cantato dai tifosi argentini durante tutto il mondiale, in cui però si canta non la squadra (il Milan viene citato solo una volta e potrebbe essere sostituito con qualsiasi altra squadra) ma quanto è bello essere noi, cioè ultras.

Per me questo rapporto di quasi sudditanza della squadra, delle squadre (non è prerogativa solo del Milan, ma non è una consolazione) alle curve è uno dei mali del nostro calcio. Forse quello peggiore. E il fatto che Maldini, per poter fare tranquillamente il suo lavoro, abbia evidentemente dovuto adeguarsi scendere a patti con questa gente significa semplicemente che nessuno sta facendo niente per risolvere il problema.

Lascio il mio laconico forza Milan, e a culo tutto il resto. Ma oggi sono un po’ schifato.

A prescindere, forza Milan, e a culo tutto il resto.

Cominciamo dalla fine e non ne parliamo più:
Nel disastro totale (per noi, ovviamente), non vorrei venisse trascurato il disastro compiuto dall’uomo che indossava (viene da pensare, per caso) la maglia gialla.
(Già li sento, i cugini, eh ma Krunic, oh ma Krunic, il rosso a Krunic, Krunic qua, Krunic là, etc.).
(Vincono, meritatamente, ma il vizio di piangere non se lo tolgono mai).
Posso dire che l’arbitraggio è stato del tutto inadeguato? Posso e lo faccio.
(Eh ma Krunic ha dato un pugno a Bastoni, Krunic brutto e cattivo)
In un contesto in cui una delle due squadre era molto più carica e molto meglio messa sul campo, sia fisicamente che mentalmente, a quella stessa squadra è stato consentito di giocare sistematicamente di sciabola, in particolare sul povero Brahim Diaz, nella quasi completa impunità.
(Ma Krunic andava espulso, fustigato sulla pubblica piazza e crocifisso in sala mensa).
Togliamoci il dente: Krunic andava espulso? Sì. Ha dato un pugno al povero piccolo Bastoni, vittima innocente della cattiveria gratuita dello straniero cattivo? Sì.
Si stavano strattonando, ma anche se in nessun modo (a meno che Krunic non sia il successore della scuola di Hokuto) un colpo del genere potrebbe provocare in un atleta in forma gli effetti devastanti che sembrava avere subito Bastoni appena prima di rialzarsi come per miracolo, il gesto di Krunic era da rosso ed espulsione.
L’arbitro non l’ha visto, botta di culo per noi in una serata tutta storta, e il VAR neppure, come non hanno visto molte altre cose. L’altra botta di culo che abbiamo avuto, e qui finiscono, è il fatto che il VAR abbia visto la simulazione di Lautaro, annullando un rigore inesistente che l’arbitro invece aveva fischiato. Peccato che se era simulazione Lautaro avrebbe dovuto prendersi il giallo tolto a Kjaer. E a proposito di giallo, Dumfries ne avrebbe meritato almeno uno per la gomitata in faccia a coso, quello piccolo, talmente piccolo che l’arbitro non lo vedeva mai cadere ogni volta che lo hanno steso. Brahim Diaz.
Detto questo, non è stato il pessimo arbitro a condizionare la partita. E’ stato il pessimo Milan, fuori dal gioco fisicamente e, soprattutto, mentalmente per quasi tutta la partita.

Qui casca l’asino (dove l’asino siamo noi).
La fortuna decisamente non ci ha baciato, dato che all’infortunio di Leao si è presto aggiunto quello di Bennacer (che, peraltro, a finito la stagione).
Ma anche parlare di sfortuna non aiuta a giustificare la partitaccia di ieri. L’abbiamo giocata male, malissimo nel primo tempo e solo un po’ meglio nel secondo, tutto il resto fa da contorno.
Credo di averlo scritto già altre volte (eufemismo), questo Milan è una squadra che porta a casa risultati solo se gioca bene, non benino, bene, e tutto fila come deve filare. Solo se tutti sono concentrati e sul pezzo, come è giusto che sia se rappresenti Milano (non come quelli là, nati dopo e nati male).
I cugini sulla carta (e anche sul campo, come hanno dimostrato in tutti i derby di questa stagione) sono più forti. Come sono più forti il Napoli e il Tottenham, che abbiamo eliminato prima di loro.
Con Napoli e Tottenham però abbiamo giocato bene, nessuno ha sbagliato niente e l’abbiamo portata a casa meritatamente.
Ieri invece no. Punto.
Loro sono stati, oltre che più bravi, più convinti, quello che invece avremmo dovuto essere noi, per coltivare la speranza di batterli.
Invece ieri siamo entrati in campo preparati male, sia mentalmente che tatticamente, ed alla prima occasione abbiamo preso un gol idiota (perchè non si può definire diversamente lo schieramento della nostra difesa su quel calcio d’angolo) che ha smontato subito anche la minima convinzione di potercela fare. E poi ne abbiamo preso subito un altro, se possibile anche più idiota del primo, e abbiamo rischiato di prendere il terzo, almeno due volte, solo nel primo tempo.
Nel secondo tempo loro hanno cercato un po’ più di gestire la partita, e anche grazie a noi ci sono riusciti piuttosto bene, dato che se non fosse per Maignan avremmo preso anche il terzo mentre noi, pur provandoci un po’ di più, abbiamo raccattato solo un palo e un paio di tiri, per lo più da fuori e fuori dallo specchio.

La speranza è l’ultima a morire.
Il fatto che abbiamo preso solo due gol ci dà qualche residua speranza perché si configura come una specie di miracolo.
Ma la speranza va coltivata. Detto che senza Leao il nostro attacco è praticamente nullo, e si spera quindi che martedì sia in campo in buone condizioni, occorrerà una partita completamente diversa per tentare di ribaltare la situazione. Dovremo soprattutto partire subito forte per sparigliare le carte.
(Nel frattempo, en passant per dirla come direbbe Giroud, dobbiamo anche battere lo Spezia sabato, nel solito orario di merda. Dobbiamo non è un verbo usato a caso).
Detto questo, abbiamo già fatto dei miracoli quest’anno, sappiamo che si possono fare, per cui forza Milan, sempre. E a culo tutto il resto.

Milan – Cremonese: 1-1

Quanti punti abbiamo sprecato quest’anno in nome di un turnover che non possiamo permetterci?

Io voglio bene a Pioli, ma ormai è chiaro a chiunque che non possiamo rinunciare contemporaneamente a più di due titolari in una sola partita senza andare in sofferenza, soprattutto se tra quei due ci sono Leao, Theo o Giroud. Tenerli fuori tutti e tre non è più coraggio, rasenta l’incoscienza.

Ah, e per quest’anno, please, please, please, non vorrei più rivedere in campo né De Ketelaere né Origi. Il ragazzo si farà, forse, ma le sue occasioni le ha avute e le ha sprecate tutte. Origi è semplicemente un ex giocatore.

Chiudo con una domanda, magari qualcuno sa rispondere: ma Adli che ha combinato per essere l’unico che non viene mai preso in considerazione? Ha dato della babbiona alla moglie di Ibra? Ha pisciato nella colazione di Pioli?

Vado a dormire lievemente scornato. In ogni caso, forza Milan, e a culo tutto il resto.

Roma – Milan: 1-1 (ma prima una breve storia triste) (più triste della partita)

La breve storia triste:
Sabato 29 maggio, ore 12,00, si apre la vendita per Milan-Inter, semifinale di Champions League, per i possessori di carte cuore rossonero (per gli amici, CRN).
Ore 12,00 in punto, entro nel sito del Milan, faccio il login, entro nella biglietteria, e:
Impossibile aprire la pagina.
Passano circa 10 minuti di vari tentativi e finalmente la pagina si apre:

Non demordo, che vuoi che sia un’oretta di attesa.
Ne passano due:

Poi tre.
Quattro.
Cinque.
Alle 17,37, finalmente, è il mio turno:

TUTTO ESAURITO.
SOLD OUT. NEMMENO UN POSTICINO, NIENTE, KAPUTT.

In realtà le voci che fosse tutto sold out giravano già dalle tre del pomeriggio, ma ho voluto arrivare comunque fino in fondo e vedere coi miei occhi.
Vabbè, la vedrò in televisione.

Ora la partita:
Per citare il poeta nonché maestro:
A chi è triste di suo come un limone già adoperato
dà ancora più tristezza mangiar male..
.”
Partita inutile, come il titolo della canzone da cui ho preso la citazione, e triste come la canzone stessa, giocata dalla Roma in perfetto stile Mourinho, con l’apoteosi del piangi e fotti, indirizzata verso il più classico dei pareggi inutili e perfetta per uno 0-0 rovinato solo da due fiammate nel finale, che hanno regalato in pochi minuti emozioni forti e contrastanti che erano assolutamente mancate per quasi 100 minuti.

Chiudo con la classica semicitazione: Forza Milan, e a culo tutto il resto.

Milan – Lecce: 2-0

Seriamente, un referendum per abolire le partite negli orari di merda io lo firmerei al volo.
Per orario di merda si intende qualsiasi giorno della settimana alle 12,30 o alle 18,00.
Fatto sta che anche la prossima partita sarà in un orario di merda, e se ci fosse in referendum propositivo, io ne proporrei uno per mandare ai lavori socialmente utili (o anche solo a fare un lavoro in cui on può fare danni) chiunque abbia immaginato, progettato e realizzato questa bella pensata di giocare le partite di calcio in questi orari di merda.

Detto dell’orario, tocca ammettere che, causa partita in un orario di merda, di Milan – Lecce non ho visto il primo tempo, ma l’ho sentito alla radio.
Il secondo tempo l’ho visto, e ho solo un commento da fare: rinnovate Leao.
Subito.
A qualsiasi costo.

Addendum: forza Milan, e a culo tutto il resto.

Napoli – Milan: 1-1 son soddisfazioni

Premesso che non ho ancora sentito i miei amici e colleghi napoletani, e che so già cosa aspettarmi da loro, perché il tifoso non è una bestia lucida, dichiaro qui, urbi et orbi, la mia piena soddisfazione per un passaggio del turno pienamente meritato.
Non ci sarebbe altro da dire, forse, ma lo dico lo stesso.
Dati i valori in campo, resto dell’idea che se questi quarti di finale si giocassero 10 volte, sulla carta per 9 volte passerebbe il Napoli, 1 volta noi.
Ma questa volta, in queste due partite, abbiam fatto tutto il necessario, nel migliore dei modi possibili, soffrendo perché era inevitabile, e il risultato (anche se qualcuno ci proverà) è incontestabile.

VAR Bologna – Milan B: 1-1

Ora, che noi siamo una squadra un po’ fessa è evidente. Siamo una squadra fessa, perché di fronte all’evidenza che non possiamo permetterci di fare turnover, lo facciamo lo stesso, addirittura sostituendo tutti i 10 giocatori di movimento, perché amiamo il rischio e evidentemente non ci piace vincere facile.
Non ci piace al punto che non lo facciamo mai.
Siamo una squadra fessa perché creiamo poche occasioni da gol, ma quelle poche ci permettiamo il lusso di sprecarle spesso e volentieri.
Siamo una squadra fessa perché prendiamo gol fessi come quello di oggi al primo minuto, e poco fà il fatto che secondo qualcuno sarebbe stato da annullare. L’abbiamo preso e ce lo siamo tenuto.

Però.

Però anche oggi (e sottolineo anche), l’arbitro non ha visto due rigori a nostro favore, e il VAR muto.
(VAR che però è intervenuto per cambiare un calcio d’angolo, per cui c’erano, non erano in gita o a dormire. E qualcuno dovrebbe spiegare a cosa serve il VAR, perché così com’è adesso non si capisce.).

E allora è brutto parlare degli arbitraggi, in genere preferisco che lo facciano i tifosi di altre squadre, ma se già hai anche fare con una squadra fessa di suo, al quarto rigore negato in 3 partite, un po’ ti girano le palle.
Soprattutto se rischi di non raggiungere l’obiettivo stagionale, che al di là del fascino del sogno Champions resta quello di qualificarsi per quella dell’anno prossimo, per una manciata di punti.

Sulla partita in sé c’è poco da dire. Il Bologna ha avuto una occasione al primo minuto e ha segnato (come dite? C’era fallo? era da annullare? mah).
Il Milan B comunque se l’è giocata, ha avuto le sue occasioni, più o meno limpide, e alla fine il rimpianto per come sarebbe potuta andare con qualche titolare in più dall’inizio viene superato dall’evidenza che anche con uno solo dei due rigori (sempre che poi non l’avessimo sbagliato), adesso forse non staremmo parlando di altri 2 punti persi nella corsa per il quarto posto.

Ora testa e cuore al Napoli, che martedì ci sarà da soffrire.

Forza Milan, sempre, e a culo tutto il resto.