Bologna – Milan: 0-2

Eccoci ancora qui. Finalmente è tornato il campionato, unico apostrofo rosa tra le parole “l’estate sta finendo”. Per lo meno quando si vince.

Il mio giudizio su tutto quello che è successo quest’estate è sospeso. Diciamo che resta un fondo di amarezza per certi addi improvvisi, ma hey, diciamolo, non stiamo parlando di gente lasciata in mezzo a una strada senza neppure un ombrello per ripararsi, per cui ok, penso che me ne farò una ragione. Soprattutto se la squadra riuscirà a farmi soffrire un po’ meno rispetto a quella dell’anno scorso. Mi resta una vaga sensazione di incompletezza per quanto riguarda l’acquisto di una punta che risolve problemi in mezzo all’area, ma staremo a vedere. Siamo solo all’inizio.

La partita: 25 minuti di buon Milan, in cui finalmente i nuovi innesti (soprattutto Rejinders e Pulisic) han fatto vedere ottime cose, e poi 70 minuti di partita fiacca, estiva e confusionaria. Ci sta tutto, anche il risultato mai in discussione. Ma è bello, diciamolo, cominciare il campionato con una certa tranquillità è una bella sensazione.

Forza Milan, e a culo tutto il resto.

Bilanci e rilanci

Stante che l’obiettivo dichiarato per la stagione calcistica 2022-2023 era di qualificarsi nuovamente alla Champions League, ed è stato raggiunto, anche se con qualche ansietta di troppo, e di non fare figure di merda in Champions, e qui mi pare che si sia superato brillantemente l’ostacolo, mi dichiaro soddisfatto.

Ci sono cose che si sarebbero potute fare meglio, sicuramente. Tipo i derby, soprattutto quelli europei. Della sconfitta alle semifinali non brucia tanto il fatto di essere stati sconfitti, quanto da chi siamo stati sconfitti e come.
O tipo il fatto di essere arrivati all’ultimo sospiro con l’incertezza della qualificazione (ma che bello conquistarla battendo, per la seconda volta in un campionato, i gobbi).

Ma nel complesso mi dichiaro soddisfatto.

La prossima partita conta poco o niente, per noi, molto per il Verona, cui però non mi spiacerebbe tirare un brutto scherzo, anche per ragioni di rivalsa storica. Mi piacerebbe vedere una squadra concentrata e determinata chiudere il campionato con una vittoria convincente, ma fra il dire e il fare c’è il fatto che già tante volte quest’anno, e quando le partite contavano molto di più, abbiamo visto cali di concentrazione poco piacevoli, per cui dirò che mi aspetto ben poco domani sera.

Ho, e lo dichiaro apertamente, molte più aspettative per l’estate. La squadra deve essere rinforzata, bisogna assolutamente prendere una punta, e un centrocampista. Come minimo. Giroud ha tirato come meglio poteva la carretta, ma ha una certa, e Bennacer se va bene rientra a dicembre.

Confido nella società, soprattutto confido in Massara e Maldini. Forza Milan, e a culo tutto il resto.

Roma – Milan: 1-1 (ma prima una breve storia triste) (più triste della partita)

La breve storia triste:
Sabato 29 maggio, ore 12,00, si apre la vendita per Milan-Inter, semifinale di Champions League, per i possessori di carte cuore rossonero (per gli amici, CRN).
Ore 12,00 in punto, entro nel sito del Milan, faccio il login, entro nella biglietteria, e:
Impossibile aprire la pagina.
Passano circa 10 minuti di vari tentativi e finalmente la pagina si apre:

Non demordo, che vuoi che sia un’oretta di attesa.
Ne passano due:

Poi tre.
Quattro.
Cinque.
Alle 17,37, finalmente, è il mio turno:

TUTTO ESAURITO.
SOLD OUT. NEMMENO UN POSTICINO, NIENTE, KAPUTT.

In realtà le voci che fosse tutto sold out giravano già dalle tre del pomeriggio, ma ho voluto arrivare comunque fino in fondo e vedere coi miei occhi.
Vabbè, la vedrò in televisione.

Ora la partita:
Per citare il poeta nonché maestro:
A chi è triste di suo come un limone già adoperato
dà ancora più tristezza mangiar male..
.”
Partita inutile, come il titolo della canzone da cui ho preso la citazione, e triste come la canzone stessa, giocata dalla Roma in perfetto stile Mourinho, con l’apoteosi del piangi e fotti, indirizzata verso il più classico dei pareggi inutili e perfetta per uno 0-0 rovinato solo da due fiammate nel finale, che hanno regalato in pochi minuti emozioni forti e contrastanti che erano assolutamente mancate per quasi 100 minuti.

Chiudo con la classica semicitazione: Forza Milan, e a culo tutto il resto.

Vedi Empoli e poi bofonchi perplesso.

Io voglio un gran bene Stefano Pioli. Tutti noi milanisti dovremmo volere un gran bene a Stefano Pioli. Perché se lo merita, perché quello che ha fatto con quella banda di ragazzini ha quasi del miracoloso, perché a volte sembra quasi miracoloso (e a volte no) anche quello che sta facendo adesso, sostanzialmente con la stessa banda di ragazzini dell’anno scorso, soprattutto perché alla fine se i giocatori arrivati in quest’anno non si sono dimostrati all’altezza non si può dare la colpa solo a lui.

Poi però capitano partite come quella di ieri, e il bene che vuoi a Stefano Pioli subisce una leggerissima variazione nella forza, perché ormai ce lo diciamo da tempo che questo Milan non è squadra da turn-over, e che se non giochi sempre con i migliori magari non farai schifo, ma comunque non giochi bene, e se non giochi bene non porti a casa risultati.

Ci sta, considerando che mercoledì prossimo abbiamo un quarto di finale di Champions League, provare a far riposare il vecchio Giroud, o l’anziano Kjaer. Un po’ meno ci sta cambiare praticamente metà formazione, soprattutto visto e considerato che ormai è chiaro che gente come Origi, o il Rebic di quest’anno, non sono decisamente all’altezza. Tant’è che quando sono usciti quei due, e sono entrati Giroud Diaz e Leão, qualcosa è cambiato.

Rimangono relativamente poche partite, e io continuo a ripetere che nonostante il fascino della Champions League, per noi è molto più importante restare nei primi quattro in campionato, per cui la partita di ieri ha un peso specifico relativo forse maggiore di quella di mercoledì prossimo. Non tanto perché consideri il quarto di finale già perso, né perché io sottovaluti la possibilità che il Milan passi questo turno. Certo, per farlo deve ripetere almeno in una partita su due la prestazione di domenica sera, e il Napoli deve fare lo stesso.

Poi se andiamo ad analizzare la partita, vediamo che pur giocando per 70 minuti praticamente in 10, perché Origi non è stato inutile, ieri è stato dannoso, siamo riusciti ad avere almeno quattro nitide occasioni da goal, un rigore a favore prima assegnato e poi tolto, un goal annullato per un tocco di mano da un francese che non essendo Rabiot ha violato il regolamento, un altro probabile rigore su Theo Hernandez, negato però dal var, un palo e zero tiri in porta da parte dell’Empoli.

Morale della favola, è difficile non considerare quella di ieri l’ennesima occasione sprecata. Ci salva ancora una volta il fatto che le nostre dirette concorrenti per un posto nei primi quattro non sono messe molto meglio di noi. Il problema è che siccome è un gap non così difficile da recuperare, rischiamo di essere quelli che poi restano indietro e questo ci porterebbe ad una stagione fallimentare, a meno di non compiere un vero miracolo in Champions League.

Detto questo, nulla è perduto, anche se tutto è complicato e sembra che ci sforziamo sempre di più per non semplificarci la vita, non resta che la solita chiusura: forza Milan e a culo tutto il resto

Milan – Atalanta: 2 – 0 e altre storie

Un lunedì che è quasi un martedì.
Permettetemi di gongolare un po’, che quando ci vuole ci vuole.
Il lunedì, si sa, è triste di suo. Ma stamattina, lasciando perdere il meteo milanese che sta dando il meglio di sé, la prima notifica che ho ricevuto sullo smartphone è stata quella del bonifico dello stipendio, per cui un risveglio già lieto per la triplice vittoria di ieri è stato ulteriormente allietato.
E ora, prima di andare al sodo, un breve off-topic sulla triplice vittoria.
La prima, non sportiva, è politica e inaspettata: ieri, con non molta convinzione, ho votato alle primarie del partito perdente democratico. L’ho fatto, più che per convinzione, per consuetudine e dovere. Sono un fan delle primarie da sempre.
Ho votato convinto di fare, per l’ennesima volta, una scelta minoritaria. E invece no.
Non so se Elly Schlein sia la scelta vincente, non so se riuscirà veramente a cambiare le cose, ma l’ho intesa come una scelta di rottura col passato e, evidentemente, non sono stato il solo. Ai posteri l’ardua sentenza.
La seconda vittoria, ancora più inaspettata, è invece sportiva, ed è quella della nazionale di basket contro la Spagna nella partita valida per le qualificazioni ai mondiali prossimi venturi. E per un punto , uno solo, abbiamo sfiorato il primo posto nel girone.
Per capire le dimensioni di questo risultato, basterebbe ricordare che la Spagna è attualmente campione del mondo e d’Europa in carica.
Certo, la partita valeva solo per decidere il posto nel girone, essendo entrambe già qualificate, e entrambe le squadre erano abbondantemente rimaneggiate, non c’erano i giocatori NBA e molti dei big che normalmente giocano in Eurolega, ma l’ultima volta che lì abbiamo battuti, in Spagna, risaliva a ben 18 anni fa. Direi che non c’è male e che Pozzecco sta abbondantemente dimostrando di meritare il posto di CT.

Ma andiamo a bomba: la partita con l’Atalanta.
Non hanno fatto un tiro in porta, uno che sia uno, e noi ne abbiamo sbagliati almeno 5.
Tutto questo rende ancora più inspiegabile l’improvviso crollo verticale del mese di gennaio, ma ormai è passato, meglio non pensarci e guardare avanti.
Guardando avanti, il bis dello scudetto è impossibile, ma la zona Champions no, e neanche il passaggio ai quarti. In questo contesto la quarta vittoria consecutiva, senza prendere gol, e il rientro di Maignan e del Capo sono estremamente rassicuranti.
Ora dovremmo imparare a sbagliare meno gol fatti, che non si s mai.
Che dire, Forza Milan, e a culo tutto il resto.

Buona la prossima

Chelsea-Milan: 3-0

Si dice sempre “che vinca il migliore” e subito tutti pensiamo alla risposta del Paròn, tanti ma tanti anni fa.
Ieri ha vinto il migliore.
Ma si sapeva, si sa, che la Champions è un livello diverso dal campionato, che, soprattutto, non possiamo permetterci di affrontare regalando 5 titolari agli avversari (che, detta così, sembra quasi intenzionale).
Nulla è perduto, ci rifaremo.
Forza Milan.

Meglio la prima

Ora che ci siamo tolto il problema della prima posizione in classifica, che ci metteva un po’ in imbarazzo dato che, si sa, è una posizione già prenotata e assegnata con largo anticipo, possiamo finalmente iniziare il campionato, con l’obiettivo dichiarato e scontato di arrivare alla fine, con un po’ di fortuna, nei primi 4 in classifica.
Voglio fare il ganassa, io ci credo. Possiamo arrivare terzi.
Non sarà facile, ma nulla lo è.

Detto questo, un pareggio in casa dell’Atalanta ci sta. Se avessimo sprecato un po’ meno forse ci sarebbe stato anche un risultato migliore.
Ma alla fine va comunque bene così.
Siamo in perfetta media inglese (chi ha una certa età sa di cosa parlo) e ancora una volta abbiamo affrontato la partita giocando dall’inizio con una formazione in cui non c’era nessuno dei nuovi arrivati.
Non so se si tratti di un eccesso di gratitudine da parte di Pioli nei confronti dei ragazzi che hanno appena vinto uno scudetto, o se si tratti solo di dare ai nuovi i tempi giusti per inserirsi nel gioco della squadra. Lo vedremo nel prosieguo del campionato.
Però questo è un fatto.

Come è un fatto quello che abbiamo incassato già 3 gol, segnandone 5.
In due partite.
A agosto.
Buon segnale in attacco o pessimo in difesa? Ai posteri l’ardua sentenza.

Il campionato è ancora molto lungo, e sarà un campionato molto strano.
Che noi affronteremo, è giusto ribadirlo, con lo scudetto sulla maglia.
Forza Milan, sempre.

Sassuolo & the City

Allora, parliamone.
Perdere ci sta.
Perdere l’imbattibilità in campionato, dopo 12 giornate, ci sta.
Anche perdere due partite di fila, volendo, ci sta.
Ci sta, forse, un po’ meno prendere 7 gol in due partite, quando ne hai presi 11 nelle 12 precedenti.

Abbiamo un problema?
E’ presto per dirlo, ma se dovessi sbilanciarmi direi che ne abbiamo un paio, ma non sono problemi nuovi. Sono gli stessi dell’anno scorso.

Il primo è che soprattutto in difesa la coperta è corta. Non ci possiamo permettere che manchi uno dei 4 titolari, tanto meno 2. Per cui senza Calabria e Tomori, come successo nelle ultime due partite di campionato, la difesa soffre molto di più.

Il secondo in attacco; Ibra da solo non basta. Giraud e Brahim Diaz non si sono ancora ripresi dopo il Covid, Leao non è (ancora) un goleador, anche se ha tanti margini di miglioramenti, Pellegri è un mistero avvolto nel mistero e Rebic è sempre rotto. Ci vuole una punta. Una vera, che si occupi soprattutto di buttarla dentro.
Anche mercoledì scorso contro l’Atletico alla fine l’abbiamo risolta solo al 90°, grazie a un gol provvidenziale di Messias.

Al di là dei tanti gol presi, soprattutto con la Fiorentina ci hanno penalizzato i tanti gol sbagliati.
E anche ieri, pur avendo giocato nettamente peggio del Sassuolo, nelle poche occasioni avute non siamo mai riusciti a creare veri pericoli per la difesa del Sassuolo.
Ho visto tanti tiri da fuori, e soprattutto fuori.

Certo, le statistiche tenderebbero un po’ a smentirmi (30 gol segnati in 14 partite non sono pochi), ma le stesse statistiche ci dicono che il cannoniere della squadra, il solito immarcescibile Zlatan, ha solo 5 gol finora. Seguono Giraud e Leao con 4. E’ un bene che ci siano tanti gol segnati da tutti i giocatori della squadra. Ma ci vuole un bomber. Uno che la butta dentro anche quando le cose non vanno. Uno da 20 gol a stagione.

Detto questo, siamo ancora in pieno obiettivo annuale, che (repetita iuvant) secondo me è ripetere la qualificazione alla prossima Champions League. Tutto il resto, se viene, è grasso che cola.
Per cui va bene, non perdiamo di testa.

Abbiamo avuto una sbandata, con due sconfitte decisamente diverse una dall’altra. Non perdiamo la testa e vediamo di riprendere il passo già da mercoledì.

Concludendo, come sempre FORZA MILAN.

Fiorentina – Milan: 4-3

Mi piacerebbe soffermarmi sulla partita, sul suicidio quasi perfetto del Milan che si porta a casa da Firenze 4 gol subiti, di cui due regalati da Tatarusano & Gabbia e da Theo Hernandez.
Vorrei parlare della quasi tripletta di Ibra.
Gradirei analizzare la lunga serie di occasioni sprecate, soprattutto nel primo tempo, che a certe squadre basterebbero per tutto un campionato.
Mi piacerebbe, ma mi tocca parlare d’altro.

Cari pseudotifosi che dopo la partita di sabato avete deciso di sollazzarvi insultando Matteo Gabbia sui social, non siete degni.

Lo sport è fatto di sconfitte e di successi. Ci sta sbagliare una partita. Soprattutto se hai 22 anni, sei la riserva della riserva e sei alla tua seconda presenza stagionale. Per non parlare degli errori fatti da giocatori ben più blasonati ed esperti, che hanno avuto un carto peso sul risultato finale.
Se non lo capite, e a partita finita decidete di scaricare la vostra bile su un ragazzo per una partita sbagliata, fareste meglio a dedicarvi a altro.

Chiariamoci, qui non si tratta di fare moralismo d’accatto. Io stesso durante la partita non ho lesinato invettive, improperi, vituperi e espressioni colorite nei confronti di Gabbia, di Tatarusano, Leao, Theo Hernandez e chi più ne ha più ne metta. Ibra no, non sia mai. Anche se ha sprecato tutto il primo tempo facendosi trovare sempre in fuorigioco.
Ho pure nominato a sproposito animali e divinità varie.
L’ho fatto dal mio divano, l’ho fatto nella chat in cui commento la partita con alcuni compagni di fede milanista, e l’avrei fatto ad alta voce se fossi stato allo stadio.
Qualche tempo fa giustificato i fischi Donnarumma in occasione della partita della nazionale a San Siro e lo rifarei
Ho scritto anche in passato parecchi post critici nei confronti di parecchi giocatori e anche di qualche allenatore, del Milan e non, affibbiando pure nomignoli vari (per non parlare degli arbitri). Rifarei, e rifarò, anche questo.
Il diritto alla critica, anche feroce, ci sta.
Ma c’è un limite che non va mai valicato.

Il limite è quello dell’insulto personale.

Un conto è sfogarsi nei confronti di un giocatore, o più giocatori, per quello non è piaciuto durante una partita.
Un altro è fare una caccia all’uomo sui social con offese che travalicano i confini dello sport e vanno sul personale.

Non siete degni del Milan.
Non siete degni di dirvi sportivi.

La partita del Porto dito

Porto – Milan di ieri sera ha dimostrato chiaramente alcune cose:
La prima è che la Champions League è su un altro livello rispetto alla serie A, nel caso qualcuno avesse ancora dei dubbi;
La seconda è che se ti mancano contemporaneamente giocatori del calibro di Maignan (anche se Tatarusano ieri non è stato particolarmente sollecitato), Theo Ernandez, Brahim Diaz, Rebic, Kessie, alla fine la differenza si vede e si sente.
La terza è che, ancora una volta, per gli arbitri siamo una squadra di seconda fascia, forse anche terza.

Non giriamoci intorno. La sconfitta è meritata, il risultato è giusto. Anche se, formalmente, non corretto.
Spiego: il Porto ha meritato i 3 punti, noi no, per cui il risultato è sostanzialmente giusto.
Però il solo gol segnato dal Porto è irregolare, perché prima del tiro c’è stato un fallo non fischiato su Bennacer.
Quindi il risultato giusto sarebbe stato un pareggio?

Mi ci sto un po’ arrovogliando su questa cosa, perché per quello che ho visto ieri sera la sconfitta è il risultato giusto, ma mi fa girare le balle il fatto che comunque perdiamo per un gol irregolare.
ll Milan non ha fatto nulla per meritare anche un solo punto ieri sera.
Ma non è mica colpa nostra se, pur dominando, il Porto è riuscito a fare un solo tiro in porta, in una azione che sarebbe stata da fermare.

Quelli bravi in questi casi parlano di sconfitte che aiutano a crescere. Io avrei preferito un pareggio che aiuta a crescere. Anche se non del tutto meritato.
Il calcio funziona così. Segni, vinci. Non segni, non vinci.
Domini tutta la partita ma non riesci a buttarla dentro? Fatti tuoi.
Non esistono compensazioni. Non dovrebbero esistere.

Quindi si può dire tranquillamente che il risultato di ieri sera è giusto, ma non corretto? Sì.

Detto questo, Forza Milan, e a culo tutto il resto.