Io voglio un gran bene Stefano Pioli. Tutti noi milanisti dovremmo volere un gran bene a Stefano Pioli. Perché se lo merita, perché quello che ha fatto con quella banda di ragazzini ha quasi del miracoloso, perché a volte sembra quasi miracoloso (e a volte no) anche quello che sta facendo adesso, sostanzialmente con la stessa banda di ragazzini dell’anno scorso, soprattutto perché alla fine se i giocatori arrivati in quest’anno non si sono dimostrati all’altezza non si può dare la colpa solo a lui.
Poi però capitano partite come quella di ieri, e il bene che vuoi a Stefano Pioli subisce una leggerissima variazione nella forza, perché ormai ce lo diciamo da tempo che questo Milan non è squadra da turn-over, e che se non giochi sempre con i migliori magari non farai schifo, ma comunque non giochi bene, e se non giochi bene non porti a casa risultati.
Ci sta, considerando che mercoledì prossimo abbiamo un quarto di finale di Champions League, provare a far riposare il vecchio Giroud, o l’anziano Kjaer. Un po’ meno ci sta cambiare praticamente metà formazione, soprattutto visto e considerato che ormai è chiaro che gente come Origi, o il Rebic di quest’anno, non sono decisamente all’altezza. Tant’è che quando sono usciti quei due, e sono entrati Giroud Diaz e Leão, qualcosa è cambiato.
Rimangono relativamente poche partite, e io continuo a ripetere che nonostante il fascino della Champions League, per noi è molto più importante restare nei primi quattro in campionato, per cui la partita di ieri ha un peso specifico relativo forse maggiore di quella di mercoledì prossimo. Non tanto perché consideri il quarto di finale già perso, né perché io sottovaluti la possibilità che il Milan passi questo turno. Certo, per farlo deve ripetere almeno in una partita su due la prestazione di domenica sera, e il Napoli deve fare lo stesso.
Poi se andiamo ad analizzare la partita, vediamo che pur giocando per 70 minuti praticamente in 10, perché Origi non è stato inutile, ieri è stato dannoso, siamo riusciti ad avere almeno quattro nitide occasioni da goal, un rigore a favore prima assegnato e poi tolto, un goal annullato per un tocco di mano da un francese che non essendo Rabiot ha violato il regolamento, un altro probabile rigore su Theo Hernandez, negato però dal var, un palo e zero tiri in porta da parte dell’Empoli.
Morale della favola, è difficile non considerare quella di ieri l’ennesima occasione sprecata. Ci salva ancora una volta il fatto che le nostre dirette concorrenti per un posto nei primi quattro non sono messe molto meglio di noi. Il problema è che siccome è un gap non così difficile da recuperare, rischiamo di essere quelli che poi restano indietro e questo ci porterebbe ad una stagione fallimentare, a meno di non compiere un vero miracolo in Champions League.
Detto questo, nulla è perduto, anche se tutto è complicato e sembra che ci sforziamo sempre di più per non semplificarci la vita, non resta che la solita chiusura: forza Milan e a culo tutto il resto