Maledetto benedetto lunedì

Sono reduce da un week end di influenza. Un week end complicato, ma questo lunedì porta con sé un po’ di notizie che meritano, se non di essere commentate (cosa potrebbe cambiare la mia opinione?), di essere almeno ricordate.
La prima, importante soprattutto per me, è che nonostante gli innumerevoli tentativi, sono riuscito a trattenere i polmoni nella cassa toracica. Ok, vista la qualità dell’aria di Milano, non è che me ne faccia poi molto. Ma ho la sensazione che senza sarebbe comunque peggio.
La seconda è che il Milan ha vinto una partita brutta. L’ha vinta giocando male, con Gigio ancora una volta migliore in campo, ma l’ha vinta. Da quando è tornato Zlatan sono 4 di fila (e un pareggio). Non male.
mi piace anche citare la vittoria del Napoli di Ringhio Gattuso sull’impero del male rubentino. Sì, mi piace molto.
Poi c’è Kobe. E qui son solo lacrime. Per chi ama il basket è una botta enorme. Non ho parole.
Poi c’è l’Emilia Romagna, che ha ricacciato la bestia. Non tutto è perduto in questo paese.
La notizia però dovrebbe essere il fatto che il tam tam mediatico della sua macchina da guerra ci abbia fatto credere che c’era davvero la possibilità di una sua vittoria.
Comunque è lunedì. S’è fatta una certa.
BUONGIORNISSIMO,KAFFEEEE’?

Guardando la replica di LA Clippers – SA Spurs

Bella l’NBA, spettacolare l’NBA. I giocatori sembrano enormi ballerini, i passi (di danza) non si contano, i canestri non si contano.
Ogni tanto sembra una partita a freccette più che una partita di basket.
Però una lega in cui uno come Milos Teodosic passa tutto il suo tempo in panchina non può che lasciarmi perplesso.
Anche se lo spettacolo è assicurato.

Ipocondriaco, just for one day

Se ne faccia una ragione il ministro dell’intestino.
Gattuso ha capito che ogni giocatore che entra in campo aumenta le probabilità che un giocatore si faccia male, per cui niente sostituzioni a meno che uno non si sia già infortunato.
It’ statistic, baby.
Ci sarebbe poi da disquisire parecchio su un ministro dell’intestino che sente la necessità di dire la sua(da padre, da ministro o da cosa?) anche sulle scelte di gioco del Milan. Certo, si dirà che non è il primo, ma almeno quell’altro era il proprietario della squadra. Questo neppure il biglietto allo stadio paga.
D’altronde il campione mondiale di scrocco è notoriamente anche un campione di frocio col culo degli altri. E poi siamo in una democrazia, qualunque cosa significhi, per cui tutti hanno diritto di opinione. Anche quelli che hanno opinioni di merda.
Il problema è quando diventano maggioranza.
Detto questo, considerando per qualche riga anche un po’ la partita, viste le premesse e la formazione in campo il pareggio per noi è un gran risultato. D’altronde, in un campionato che è diventato come la regalar season dell’NBA, in cui arrivare in zona playoff conta più che arrivare primi, l’importante è restare attaccati al quarto posto.
Tutto il resto è grasso che cola.

Il canto del Gallo

Perdonate il titolo insulso, ma lo sto masticando da un po’ e non riseco comunque a pensare niente di meglio. Consolatevi cercando di immaginare cosa potrei fare di peggio.
Innanzitutto vi linko questo post. E’ mio, è di un paio di anni fa, ma serve ad introdurre l’argomento. Che è, come purtroppo non mi capitava da un po’ di tempo, un giovane vulcaniano italiano di nostra conoscenza.
Dai tempi di quel post il ragazzo è stato tutt’altro che fortunato. Prima un crociato, poi un menisco lo hanno praticamente fermato per un paio di annetti. Quando poi è tornato s’è ritrovato a giocare a Denver con un coach che probabilmente non lo vedeva molto nel suo gioco. Fatto sta che ultimamente stava giocando proprio poco, troppo poco per uno come lui.
Poi a Denver l’aria è cambiata, l’allenatore precedente (non mi interessa fare nomi) è stato cacciato e quello nuovo ha deciso che il Gallo avrebbe dovuto passare più tempo in campo invece che a reggere la panchina.
Peccato che ormai la classifica della squadra sia compromessa e si giochi soprattutto per la gloria. Ma, signori miei, vale anche quella.
Nel mese di marzo il nostro amato vulcaniano ha tenuto una media di 19,2 punti in 11 partite, non lontano da quel ventello fisso che il sottoscritto, ma non solo, riteneva fosse alla sua portata quando ha iniziato la sua avventura in NBA,
L’altra sera poi s’è tolto pure la soddisfazione di doppiarlo il ventello, alzando il suo record in NBA a 40 punti (oltre a 7 rimbalzi, 4 assist, 3 recuperi, 2 stoppate, 1 palla persa e un fallo).
Io l’ho già detto e lo ripeto. Per me Danilo Gallinari è in assoluto il più grande talento prodotto finora dalla pallacanestro nostrana.

Gallo, first blood part two

Son le storie che piacciono agli americani, ma mica solo a loro.
Quand’è arrivato nella grande mela il Gallo s’è beccato i fischi dei tifosi, gente che crede di capire tutto e ogni tanto piglia le peggiori cantonate. Ma c’è da dire che il Gallo ha un nome strano per loro, Danilo, e un cognome ancora più strano, Gallinari, e soprattutto è italiano e gli americani mi sa che mica ci credevano che un italiano sapesse giocare a basket.
E meno male che non sapevano che io l’ho personalmente soprannominato “il vulcaniano”, perché se avessero saputo che era un italiano vulcaniano chissà cosa altro avrebbero detto.
Beh, il Gallo era giovane quando è arrivato a nuova yorke, e loro non sapevano neppure che è uno dei più grandi talenti italiani della pallacanestro, forse il più grande. Per cui lo hanno fischiato. Poi però lo hanno visto giocare, anche se il primo anno il mal di schiena lo ha costretto a giocare poco, e ci hanno messo poco a ricredersi.
Il bello degli americani (non tutti, ma qualcuno sì) è che quando si accorgono di aver sbagliato un giudizio poi ce n’è sempre uno che si alza, da solo, e comincia ad applaudire, e poi alla fine sono tutti commosi e applaudono tutti fino a spellarsi le mani.
Anche se a Nuova Yorke gli chiedevano quasi solo di tirare da lontano, i tifosi lo hanno capito che il Gallo è bravo e gli hanno voluto bene. Ma poi la squadra ha voluto inserirlo in una complicata operazione commerciale per comprare uno di quei giocatoroni che fan girare i soldi e, secondo loro, fan vincere i campionati, e il Gallo lo hanno spedito a Denver. Non una grande idea secondo me.
A Denver però il Gallo ha trovato un allenatore che ha deciso che non lo si poteva sprecare solo a fare i tiri da lontano, e gli ha fatto fare un sacco di altre cose. Beh, mi sto dilungando, arriviamo al sodo.
Ieri sera il Gallo è tornato a Nuova Yorke con la sua nuova squadra, e si vede che aveva un paio di sassolini da levarsi, perché gli ha sbattuto sul muso una partitina da 37 punti e 11 rimbalzi, mica cotiche. La squadra di Nuova Yorke ha perso, la squadra di Denver ha vinto. E il Gallo ha fatto il suo record di punti.
E ora mi sa che qualcuno a Nuova Yorke si sta masticando i polpastrelli.