Auguri Capitano

(Certi giorni càpitano a fagiolo, anche perché consentono ad un burlone come me di scrivere post con titoli a doppio, triplo senso, che levati.)
Innanzitutto auguri al Capitano con la C maiuscola, quel Paolo Maldini che la nuova proprietà americana ha proditoriamente cacciato, senza peraltro profondersi in troppe spiegazioni, e cui oggi però sta facendo tantissimi auguri su tutti i social.
Lungi da me accusare chicchessia di ipocrisia, ma diciamo che mi pare che ci sia un atteggiamento un po’ incostante.

L’altro capitano, stavolta minuscolo perché era un capitano in fieri ma il progetto è abortito, è Sandro Tonali. Ti si è voluto bene, e ancora te ne vorremo, anche se a distanza. Ti auguro una prodigiosa carriera, ma un po’ meno prodigiosa di quella che avresti potuto avere restando al Milan. Di più non posso.

Ora però un po’ di dietrologia spiccia.
Quando la nuova proprietà dell’AC Milan ha licenziato Maldini, nei tempi e nei modi che abbiamo visto, il fatto che già dallo stesso giorno sia partita una campagna stampa piuttosto massiccia atta a giustificare il licenziamento improvviso, con ampia diffusione di notizie mai dimostrate secondo cui Maldini fosse pronto (per fare un esempio) a cacciare Pioli per rimpiazzarlo con il pupazzo Gnappo (giusto per non fare nomi) e altre nefandezze simili, mi ha fatto sospettare che alla fin fine l’operazione fosse invece pianificata da un po’, ma ci sono passato sopra.
L’improvvisa vendita di quello che sarebbe dovuto diventare il nuovo Capitano del Milan, cuore e anima della quadra e dello spogliatoio, mi fa sospettare invece che la cacciata di Maldini, oltre ad essere ben lungi dall’essere un fulmine a ciel sereno, sia funzionale, tra le altre cose, al fatto di poter gestire queste operazioni di mercato senza un DS milanista che si metta di traverso.
Sono ben conscio che i miei sospetti non mi fanno onore.
Però c’è quel famoso detto sul pensare male che spesso si è dimostrato poco lontano dalla verità.
Il retropensiero che Maldini non avrebbe comunque accettato, pur di fronte ad una cifra oggettivamente mostruosa, le proposte del Newcastle, c’è.
La verità non la sapremo comunque mai, perché di fronte e tutto questo Maldini si sta comportando con la dignità che lo ha sempre contraddistinto e, semplicemente, non commenta, non dichiara, non dice nulla.

Cosa succede in città

Volevo scrivere due righe sentite e commosse sull’addio (ma lui ha detto ciao) al calcio giocato del Capo di tutto, ma non bisogna mai distrarsi, mai rimandare, mai aspettare troppo. La realtà (bastarda) non ti aspetta e succedono cose, cose che non ti aspetti, a una velocità che non ti aspetti.
Comunque, domenica sera ho versato qualche lacrimuccia (invero neanche troppo metaforica) per il ritiro di uno degli ultimi grandi del calcio, e non penso di essermi meritato, né io né (quasi) tutti gli altri milanisti, di dover versare altre lacrime (stavolta metaforiche), di rabbia, per quello che è successo lunedì.
Ma è successo, davvero, è andata così, per cui meritato o non meritato, tocca farci su qualche considerazione.
Tentando, per quanto possibile, di navigare nel placido mare della pacatezza.

Sul licenziamento di Maldini, ho opinioni contrastanti, soprattutto perché giustamente se ne sa molto poco, ma nessuna, davvero nessuna, proprio nessuna, affatto nessuna, positiva.
Non sono contento, non sono affatto contento.
Maldini è la storia del Milan, ed è uno dei maggiori fautori di questo nuovo Milan, che è passato da faticare a qualificarsi in Europa League a tre qualificazioni consecutive in Champions, con in mezzo uno scudetto, un secondo posto e una semifinale (persa, ahinoi, contro quelli là che non voglio nominare oggi).
Il tutto con una squadra che, a parte Ibra, tutto era tranne che una compagine di formidabili guerrieri. Certo, c’erano alcune giovani promesse che adesso stanno sbocciando, e un paio di veterani di sicuro affidamento, ma nulla di più. Oltre a Ibra, che, ricordiamo, è stato riportato al Milan proprio dalla premiata coppia Maldini – Massara.
Cacciare Maldini, farlo, peraltro, con un comunicato scarno e laconico come quello rilasciato ieri sera, signori miei, è contrario a quello che dovrebbe essere il calcio, se avesse un’anima.
Lo so, sono io che sono un ingenuo. L’anima del calcio ormai è fatta di soldi, e solo di quelli. Non esistono più santi né eroi, se mai sono esistiti.
Ma a uno come Maldini il Milan, qualunque Milan, deve portare rispetto perché se è vero che la sua vita sarebbe stata molto diversa senza la squadra, è altrettanto vero che il Milan non sarebbe il Milan senza Maldini, senza i Maldini, padre e figlio.


Bilanci e rilanci

Stante che l’obiettivo dichiarato per la stagione calcistica 2022-2023 era di qualificarsi nuovamente alla Champions League, ed è stato raggiunto, anche se con qualche ansietta di troppo, e di non fare figure di merda in Champions, e qui mi pare che si sia superato brillantemente l’ostacolo, mi dichiaro soddisfatto.

Ci sono cose che si sarebbero potute fare meglio, sicuramente. Tipo i derby, soprattutto quelli europei. Della sconfitta alle semifinali non brucia tanto il fatto di essere stati sconfitti, quanto da chi siamo stati sconfitti e come.
O tipo il fatto di essere arrivati all’ultimo sospiro con l’incertezza della qualificazione (ma che bello conquistarla battendo, per la seconda volta in un campionato, i gobbi).

Ma nel complesso mi dichiaro soddisfatto.

La prossima partita conta poco o niente, per noi, molto per il Verona, cui però non mi spiacerebbe tirare un brutto scherzo, anche per ragioni di rivalsa storica. Mi piacerebbe vedere una squadra concentrata e determinata chiudere il campionato con una vittoria convincente, ma fra il dire e il fare c’è il fatto che già tante volte quest’anno, e quando le partite contavano molto di più, abbiamo visto cali di concentrazione poco piacevoli, per cui dirò che mi aspetto ben poco domani sera.

Ho, e lo dichiaro apertamente, molte più aspettative per l’estate. La squadra deve essere rinforzata, bisogna assolutamente prendere una punta, e un centrocampista. Come minimo. Giroud ha tirato come meglio poteva la carretta, ma ha una certa, e Bennacer se va bene rientra a dicembre.

Confido nella società, soprattutto confido in Massara e Maldini. Forza Milan, e a culo tutto il resto.

Milano siamo noi

Serviva un miracolo, ma evidentemente l’ultimo che avevamo l’abbiamo usato per arrivarci a questa semifinale.
Qualcuno, soprattutto i tifosi del Napoli, potrebbe parlare di karma, anche se a sproposito.
La verità è che la puoi sfangare una, due volte, contro squadre più forti, prima o poi il conto da pagare arriva.

Ora, se devo fare un pronostico, e lo dico con tutta sincerità, chiunque passi il turno stasera, tra Real e City, ha tutte le carte in regola per prendere l’Inter e farne straccetti come l’Inter ha fatto con noi.
Non lo dico per fare un dispetto a qualcuno, è una semplice questione di spessore e profondità della rosa.

L’Inter ha una rosa molto più profonda di quella del Milan.
Questa frase ieri i cronisti di mediaset l’hanno ripetuta più volte, e al di là del fatto che per chi non conosce il barbaro gergo calcistico potrebbe essere un’espressione totalmente priva di significato, ha in sé la sua profonda verità. Se il monte ingaggi delle sole tue riserve è superiore al monte ingaggi di tutta la mia squadra, riserve, titolari e magazzinieri compresi, direi che tra noi c’è una differenza evidente.
Chiariamoci, il monte ingaggi non è sempre un indicatore diretto del livello dei giocatori o della squadra. Ci sono in ballo, per quello, molti altri fattori anche non economici. Ma è sicuramente un indicatore diretto del livello dei giocatori che ti puoi permettere di assumere (poi lasciamo perdere eventuali discussioni sul fatto che li paghi con soldi tuoi, soldi che non hai, soldi del monopoli, etc).
L’Inter è più forte del Milan, in questo momento. Lo dicono i derby, 4 di fila, in cui non abbiamo segnato neanche un gol, lo dice la classifica di campionato, lo hanno detto chiaramente e senza possibilità di dubbi queste semifinali.

Finita questa parentesi europea tocca tornare a occuparsi, soprattutto per la squadra, del campionato. E del fatto che abbiamo buttato via tanti punti che potrebbero rivelarsi fondamentali per quello che era ed è ancora il vero obiettivo stagionale, almeno secondo me, cioè qualificarsi in Champions League anche per la prossima stagione.
Purtroppo è tutto molto difficile, vincere le ultime 3 partite potrebbe, per come si è messa la situazione, non bastare.
Del futuro, del mercato, di Pioli, Maldini, Cardinale, Leao, Origi, De ketelaere, papa Francesco e sbitulino, di tutte queste cose ci potremo occupare con la giusta calma dopo, a bocce ferme.

Forza Milan, e a culo tutto il resto.

La vergogna

Penserete che questo post sia sulla partita. Se non fosse successa un’altra cosa, lo sarebbe. Ma sulla partita c’è poco da dire che non abbia già detto altre volte. Questo è un Milan che o gioca bene (e purtroppo lo fa sempre più di rado) o non gioca e basta.

Ma la vergogna, per me, è un’altra. È la squadra a rapporto dagli ultras a fine partita. A farsi fare la ramanzina da gente che se va bene ha la fedina penale più lunga del numero di zeri nel prossimo contratto di Leao.

Certo, la curva del Milan sta facendo un gran lavoro di immagine negli ultimi tempi, sempre presenti, sempre tutti uguali (sembra che il nero sia stato quasi imposto come una specie di divisa), sempre a cantare anche nelle partite peggiori, hanno anche inventato un nuovo coro che stanno imponendo come una specie di mantra.

Un coro totalmente autoreferenziale, sulla falsariga di quello cantato dai tifosi argentini durante tutto il mondiale, in cui però si canta non la squadra (il Milan viene citato solo una volta e potrebbe essere sostituito con qualsiasi altra squadra) ma quanto è bello essere noi, cioè ultras.

Per me questo rapporto di quasi sudditanza della squadra, delle squadre (non è prerogativa solo del Milan, ma non è una consolazione) alle curve è uno dei mali del nostro calcio. Forse quello peggiore. E il fatto che Maldini, per poter fare tranquillamente il suo lavoro, abbia evidentemente dovuto adeguarsi scendere a patti con questa gente significa semplicemente che nessuno sta facendo niente per risolvere il problema.

Lascio il mio laconico forza Milan, e a culo tutto il resto. Ma oggi sono un po’ schifato.

A prescindere, forza Milan, e a culo tutto il resto.

Cominciamo dalla fine e non ne parliamo più:
Nel disastro totale (per noi, ovviamente), non vorrei venisse trascurato il disastro compiuto dall’uomo che indossava (viene da pensare, per caso) la maglia gialla.
(Già li sento, i cugini, eh ma Krunic, oh ma Krunic, il rosso a Krunic, Krunic qua, Krunic là, etc.).
(Vincono, meritatamente, ma il vizio di piangere non se lo tolgono mai).
Posso dire che l’arbitraggio è stato del tutto inadeguato? Posso e lo faccio.
(Eh ma Krunic ha dato un pugno a Bastoni, Krunic brutto e cattivo)
In un contesto in cui una delle due squadre era molto più carica e molto meglio messa sul campo, sia fisicamente che mentalmente, a quella stessa squadra è stato consentito di giocare sistematicamente di sciabola, in particolare sul povero Brahim Diaz, nella quasi completa impunità.
(Ma Krunic andava espulso, fustigato sulla pubblica piazza e crocifisso in sala mensa).
Togliamoci il dente: Krunic andava espulso? Sì. Ha dato un pugno al povero piccolo Bastoni, vittima innocente della cattiveria gratuita dello straniero cattivo? Sì.
Si stavano strattonando, ma anche se in nessun modo (a meno che Krunic non sia il successore della scuola di Hokuto) un colpo del genere potrebbe provocare in un atleta in forma gli effetti devastanti che sembrava avere subito Bastoni appena prima di rialzarsi come per miracolo, il gesto di Krunic era da rosso ed espulsione.
L’arbitro non l’ha visto, botta di culo per noi in una serata tutta storta, e il VAR neppure, come non hanno visto molte altre cose. L’altra botta di culo che abbiamo avuto, e qui finiscono, è il fatto che il VAR abbia visto la simulazione di Lautaro, annullando un rigore inesistente che l’arbitro invece aveva fischiato. Peccato che se era simulazione Lautaro avrebbe dovuto prendersi il giallo tolto a Kjaer. E a proposito di giallo, Dumfries ne avrebbe meritato almeno uno per la gomitata in faccia a coso, quello piccolo, talmente piccolo che l’arbitro non lo vedeva mai cadere ogni volta che lo hanno steso. Brahim Diaz.
Detto questo, non è stato il pessimo arbitro a condizionare la partita. E’ stato il pessimo Milan, fuori dal gioco fisicamente e, soprattutto, mentalmente per quasi tutta la partita.

Qui casca l’asino (dove l’asino siamo noi).
La fortuna decisamente non ci ha baciato, dato che all’infortunio di Leao si è presto aggiunto quello di Bennacer (che, peraltro, a finito la stagione).
Ma anche parlare di sfortuna non aiuta a giustificare la partitaccia di ieri. L’abbiamo giocata male, malissimo nel primo tempo e solo un po’ meglio nel secondo, tutto il resto fa da contorno.
Credo di averlo scritto già altre volte (eufemismo), questo Milan è una squadra che porta a casa risultati solo se gioca bene, non benino, bene, e tutto fila come deve filare. Solo se tutti sono concentrati e sul pezzo, come è giusto che sia se rappresenti Milano (non come quelli là, nati dopo e nati male).
I cugini sulla carta (e anche sul campo, come hanno dimostrato in tutti i derby di questa stagione) sono più forti. Come sono più forti il Napoli e il Tottenham, che abbiamo eliminato prima di loro.
Con Napoli e Tottenham però abbiamo giocato bene, nessuno ha sbagliato niente e l’abbiamo portata a casa meritatamente.
Ieri invece no. Punto.
Loro sono stati, oltre che più bravi, più convinti, quello che invece avremmo dovuto essere noi, per coltivare la speranza di batterli.
Invece ieri siamo entrati in campo preparati male, sia mentalmente che tatticamente, ed alla prima occasione abbiamo preso un gol idiota (perchè non si può definire diversamente lo schieramento della nostra difesa su quel calcio d’angolo) che ha smontato subito anche la minima convinzione di potercela fare. E poi ne abbiamo preso subito un altro, se possibile anche più idiota del primo, e abbiamo rischiato di prendere il terzo, almeno due volte, solo nel primo tempo.
Nel secondo tempo loro hanno cercato un po’ più di gestire la partita, e anche grazie a noi ci sono riusciti piuttosto bene, dato che se non fosse per Maignan avremmo preso anche il terzo mentre noi, pur provandoci un po’ di più, abbiamo raccattato solo un palo e un paio di tiri, per lo più da fuori e fuori dallo specchio.

La speranza è l’ultima a morire.
Il fatto che abbiamo preso solo due gol ci dà qualche residua speranza perché si configura come una specie di miracolo.
Ma la speranza va coltivata. Detto che senza Leao il nostro attacco è praticamente nullo, e si spera quindi che martedì sia in campo in buone condizioni, occorrerà una partita completamente diversa per tentare di ribaltare la situazione. Dovremo soprattutto partire subito forte per sparigliare le carte.
(Nel frattempo, en passant per dirla come direbbe Giroud, dobbiamo anche battere lo Spezia sabato, nel solito orario di merda. Dobbiamo non è un verbo usato a caso).
Detto questo, abbiamo già fatto dei miracoli quest’anno, sappiamo che si possono fare, per cui forza Milan, sempre. E a culo tutto il resto.

Milan – Cremonese: 1-1

Quanti punti abbiamo sprecato quest’anno in nome di un turnover che non possiamo permetterci?

Io voglio bene a Pioli, ma ormai è chiaro a chiunque che non possiamo rinunciare contemporaneamente a più di due titolari in una sola partita senza andare in sofferenza, soprattutto se tra quei due ci sono Leao, Theo o Giroud. Tenerli fuori tutti e tre non è più coraggio, rasenta l’incoscienza.

Ah, e per quest’anno, please, please, please, non vorrei più rivedere in campo né De Ketelaere né Origi. Il ragazzo si farà, forse, ma le sue occasioni le ha avute e le ha sprecate tutte. Origi è semplicemente un ex giocatore.

Chiudo con una domanda, magari qualcuno sa rispondere: ma Adli che ha combinato per essere l’unico che non viene mai preso in considerazione? Ha dato della babbiona alla moglie di Ibra? Ha pisciato nella colazione di Pioli?

Vado a dormire lievemente scornato. In ogni caso, forza Milan, e a culo tutto il resto.

Roma – Milan: 1-1 (ma prima una breve storia triste) (più triste della partita)

La breve storia triste:
Sabato 29 maggio, ore 12,00, si apre la vendita per Milan-Inter, semifinale di Champions League, per i possessori di carte cuore rossonero (per gli amici, CRN).
Ore 12,00 in punto, entro nel sito del Milan, faccio il login, entro nella biglietteria, e:
Impossibile aprire la pagina.
Passano circa 10 minuti di vari tentativi e finalmente la pagina si apre:

Non demordo, che vuoi che sia un’oretta di attesa.
Ne passano due:

Poi tre.
Quattro.
Cinque.
Alle 17,37, finalmente, è il mio turno:

TUTTO ESAURITO.
SOLD OUT. NEMMENO UN POSTICINO, NIENTE, KAPUTT.

In realtà le voci che fosse tutto sold out giravano già dalle tre del pomeriggio, ma ho voluto arrivare comunque fino in fondo e vedere coi miei occhi.
Vabbè, la vedrò in televisione.

Ora la partita:
Per citare il poeta nonché maestro:
A chi è triste di suo come un limone già adoperato
dà ancora più tristezza mangiar male..
.”
Partita inutile, come il titolo della canzone da cui ho preso la citazione, e triste come la canzone stessa, giocata dalla Roma in perfetto stile Mourinho, con l’apoteosi del piangi e fotti, indirizzata verso il più classico dei pareggi inutili e perfetta per uno 0-0 rovinato solo da due fiammate nel finale, che hanno regalato in pochi minuti emozioni forti e contrastanti che erano assolutamente mancate per quasi 100 minuti.

Chiudo con la classica semicitazione: Forza Milan, e a culo tutto il resto.

Milan – Lecce: 2-0

Seriamente, un referendum per abolire le partite negli orari di merda io lo firmerei al volo.
Per orario di merda si intende qualsiasi giorno della settimana alle 12,30 o alle 18,00.
Fatto sta che anche la prossima partita sarà in un orario di merda, e se ci fosse in referendum propositivo, io ne proporrei uno per mandare ai lavori socialmente utili (o anche solo a fare un lavoro in cui on può fare danni) chiunque abbia immaginato, progettato e realizzato questa bella pensata di giocare le partite di calcio in questi orari di merda.

Detto dell’orario, tocca ammettere che, causa partita in un orario di merda, di Milan – Lecce non ho visto il primo tempo, ma l’ho sentito alla radio.
Il secondo tempo l’ho visto, e ho solo un commento da fare: rinnovate Leao.
Subito.
A qualsiasi costo.

Addendum: forza Milan, e a culo tutto il resto.