Cominciamo dalla fine e non ne parliamo più:
Nel disastro totale (per noi, ovviamente), non vorrei venisse trascurato il disastro compiuto dall’uomo che indossava (viene da pensare, per caso) la maglia gialla.
(Già li sento, i cugini, eh ma Krunic, oh ma Krunic, il rosso a Krunic, Krunic qua, Krunic là, etc.).
(Vincono, meritatamente, ma il vizio di piangere non se lo tolgono mai).
Posso dire che l’arbitraggio è stato del tutto inadeguato? Posso e lo faccio.
(Eh ma Krunic ha dato un pugno a Bastoni, Krunic brutto e cattivo)
In un contesto in cui una delle due squadre era molto più carica e molto meglio messa sul campo, sia fisicamente che mentalmente, a quella stessa squadra è stato consentito di giocare sistematicamente di sciabola, in particolare sul povero Brahim Diaz, nella quasi completa impunità.
(Ma Krunic andava espulso, fustigato sulla pubblica piazza e crocifisso in sala mensa).
Togliamoci il dente: Krunic andava espulso? Sì. Ha dato un pugno al povero piccolo Bastoni, vittima innocente della cattiveria gratuita dello straniero cattivo? Sì.
Si stavano strattonando, ma anche se in nessun modo (a meno che Krunic non sia il successore della scuola di Hokuto) un colpo del genere potrebbe provocare in un atleta in forma gli effetti devastanti che sembrava avere subito Bastoni appena prima di rialzarsi come per miracolo, il gesto di Krunic era da rosso ed espulsione.
L’arbitro non l’ha visto, botta di culo per noi in una serata tutta storta, e il VAR neppure, come non hanno visto molte altre cose. L’altra botta di culo che abbiamo avuto, e qui finiscono, è il fatto che il VAR abbia visto la simulazione di Lautaro, annullando un rigore inesistente che l’arbitro invece aveva fischiato. Peccato che se era simulazione Lautaro avrebbe dovuto prendersi il giallo tolto a Kjaer. E a proposito di giallo, Dumfries ne avrebbe meritato almeno uno per la gomitata in faccia a coso, quello piccolo, talmente piccolo che l’arbitro non lo vedeva mai cadere ogni volta che lo hanno steso. Brahim Diaz.
Detto questo, non è stato il pessimo arbitro a condizionare la partita. E’ stato il pessimo Milan, fuori dal gioco fisicamente e, soprattutto, mentalmente per quasi tutta la partita.
Qui casca l’asino (dove l’asino siamo noi).
La fortuna decisamente non ci ha baciato, dato che all’infortunio di Leao si è presto aggiunto quello di Bennacer (che, peraltro, a finito la stagione).
Ma anche parlare di sfortuna non aiuta a giustificare la partitaccia di ieri. L’abbiamo giocata male, malissimo nel primo tempo e solo un po’ meglio nel secondo, tutto il resto fa da contorno.
Credo di averlo scritto già altre volte (eufemismo), questo Milan è una squadra che porta a casa risultati solo se gioca bene, non benino, bene, e tutto fila come deve filare. Solo se tutti sono concentrati e sul pezzo, come è giusto che sia se rappresenti Milano (non come quelli là, nati dopo e nati male).
I cugini sulla carta (e anche sul campo, come hanno dimostrato in tutti i derby di questa stagione) sono più forti. Come sono più forti il Napoli e il Tottenham, che abbiamo eliminato prima di loro.
Con Napoli e Tottenham però abbiamo giocato bene, nessuno ha sbagliato niente e l’abbiamo portata a casa meritatamente.
Ieri invece no. Punto.
Loro sono stati, oltre che più bravi, più convinti, quello che invece avremmo dovuto essere noi, per coltivare la speranza di batterli.
Invece ieri siamo entrati in campo preparati male, sia mentalmente che tatticamente, ed alla prima occasione abbiamo preso un gol idiota (perchè non si può definire diversamente lo schieramento della nostra difesa su quel calcio d’angolo) che ha smontato subito anche la minima convinzione di potercela fare. E poi ne abbiamo preso subito un altro, se possibile anche più idiota del primo, e abbiamo rischiato di prendere il terzo, almeno due volte, solo nel primo tempo.
Nel secondo tempo loro hanno cercato un po’ più di gestire la partita, e anche grazie a noi ci sono riusciti piuttosto bene, dato che se non fosse per Maignan avremmo preso anche il terzo mentre noi, pur provandoci un po’ di più, abbiamo raccattato solo un palo e un paio di tiri, per lo più da fuori e fuori dallo specchio.
La speranza è l’ultima a morire.
Il fatto che abbiamo preso solo due gol ci dà qualche residua speranza perché si configura come una specie di miracolo.
Ma la speranza va coltivata. Detto che senza Leao il nostro attacco è praticamente nullo, e si spera quindi che martedì sia in campo in buone condizioni, occorrerà una partita completamente diversa per tentare di ribaltare la situazione. Dovremo soprattutto partire subito forte per sparigliare le carte.
(Nel frattempo, en passant per dirla come direbbe Giroud, dobbiamo anche battere lo Spezia sabato, nel solito orario di merda. Dobbiamo non è un verbo usato a caso).
Detto questo, abbiamo già fatto dei miracoli quest’anno, sappiamo che si possono fare, per cui forza Milan, sempre. E a culo tutto il resto.