25 aprile, again

Manca poco alla Festa della Liberazione e, ancora una volta, tocca ribadire l’ovvio, che evidentemente non lo è abbastanza.
Procedo per punti.

Innanzitutto, antifascista non significa comunista. L’antifascismo va a braccetto molto più con il concetto di democrazia che con quello di comunismo.
Chi continua ad associare l’antifascismo con il comunismo lo fa o per ignoranza o per malafede.

Il 25 Aprile è una festa divisiva.
Si festeggia una cosa ben precisa, la liberazione dal nazifascismo. Da una parte quelli che non festeggiano, che sono fascisti, dall’altra quelli che festeggiano. Non vedo come possano esserci vie di mezzo.

Non esiste un fascismo buono. Il fascismo è una montagna di merda. Se non pensi che sia così, è inutile girarci intorno, sei fascista.

Auspici pericolosi

Qualche tempo fa (a dicembre, per l’esattezza) ho incautamente formulato il seguente auspicio:
Mi auguro, e lo auguro a tutti i milanisti, che anche col contributo del nuovo ufficiale Capo di Tutto, si riesca a spostare le prestazioni della squadra dal livello morte e sconsolazione al livello squadra decente che porta a casa le partite“.
Pare che qualcuno mi abbia ascoltato, per cui giochiamo un calcio che sta ben lontano dallo spettacolo, prendiamo tanti gol stupidi, ma non si può mettere in discussione il fatto che le partite, almeno ultimamente, le portiamo a casa, in qualche modo.
Siamo secondi in campionato, dietro solo alla squadra migliore dell’universo conosciuto e davanti anche a quelli col pigiama a righe. Ma siamo una squadra poco più che mediocre, abbiamo un gioco poco più che mediocre e i risultati, anche se non si possono dire negativi, restano poco più che mediocri.
Forse siamo la migliore delle squadre mediocri di questo campionato, ma da questa mediocrità, o poco più, non riusciamo a schiodarci.
Siamo una squadra decente che porta a casa le partite? Sì.
Ma il Milan non può accontentarsi di questo.

Per motivi che esulano, evidentemente, dai risultati, Padre Pioli risulta essere, a giudicare da quel che si legge in giro, allo stesso livello di popolarità di Kim Jong Un, forse un po’ meno, soprattutto tra i milanisti.
Io non ce l’ho con Pioli. Sono però convinto che l’apice del suo ciclo da allenatore del Milan sia passato. Ci ha fatto vincere il 19° scudetto. Quello è stato il suo apice.
Ora temo che a prescindere dai risultati che otterremo a fine stagione sia giusto cambiare.
Anche se ho molta paura di chi potrebbe arrivare dopo di lui. (Sì, uomo con l’opossum morto sulla testa, sto parlando di te).

Comunque vada, Forza Milan, e a culo tutto il resto.

E se provassimo a scambiare Pioli con Messina?

Da una parte uno degli allenatori italiani più vincenti in tutte le competizioni del suo sport, dall’altra Stefano Pioli.
Cosa hanno in comune?
Allenano entrambi a Miano, allenano entrambi una squadra con una bacheca ricchissima, entrambi hanno vinto almeno uno scudetto negli ultimi tre anni, ed entrambi alternano vittorie insperate a sconfitte insospettabili, con una sequela di alti e bassi che dura da tempo.
Entrambi sono amati da una piccola parte della tifoseria, tollerati da un’altra parte, e ormai detestati da tutti gli altri.
E entrambi mi stanno facendo uscire pazzo (facendo finta che sia una cosa seria).

Ma vediamo cosa è successo ieri, partendo dall’Olimpia Milano (e quindi da Messina):
Finale di Coppa Italia, raggiunta masticando prima prima Trento e poi Venezia come se fossero degli antipastini. Avversaria, Napoli. Con tutto il rispetto, abbordabile, sulla carta.
Finale persa, meritando. Napoli ha fatto tutto quello che doveva e poteva per vincere. L’olimpia, semplicemente, ha fatto tutto quello che doveva per perdere.
Passiamo al Milan:
Partita con il Monza. Con tutto il rispetto, abbordabile, sulla carta. Ci arrivi dopo una carrellata di risultati positivi, dopo una bella vittoria in Europa League, praticamente con le ali ai piedi.
E perdi.
Il Monza ha fatto quello che doveva, per vincere, il Milan ha fatto tutto quello che poteva per perdere, e ha perso.

Io non sono un tecnico, sono un tifoso, per cui non azzardo spiegazioni tecniche, né per il basket né per il calcio.
Ma da tifoso guardo, quando posso, le partite. E poi dico le parolacce. Tante.
La sensazione malcelata è che, tra le tante cose, ci sia stata da parte di entrambe le squadre una certa sottovalutazione dell’avversario. Tant’è che sia il Milan che l’Olimpia sono arrivati, nel finale, quasi a raddrizzare la partita. Salvo crollare definitivamente. Perché se ti impegni dall’inizio per perdere, se anche nel finale fai le corse disperate e matte, non è detto che riesci a recuperare. Perché in campo ci sono anche le altre squadre, e magari hanno un’idea diversa dalla tua su quale sarebbe il risultato migliore.

fatto sta che da tifoso oggi ho ben poco di cui essere contento.
Mi consolerò pensando a Sinner.

La stagione è ancora lunga e ci sono ancora obiettivi possibili, per entrambe le squadre. Io non ho soluzioni, oltre a quella di provare a scambiare gli allenatori (che, a scanso di equivoci, è una battuta) solo auspici.
Forza Milan (e Olimpia) e a culo tutto il resto.

Un tranquillo WE di pausa

Perdonate se non mi faccio vivo da queste parti da un po’ di tempo, ma per quanto poco valga, questo 2024 è cominciato con qualche novità lavorativa che mi tiene lontano dal blog. Nulla di grave, nulla di preoccupante, ma diciamo che mi si è ristretto il tempo libero.
Peraltro, soprattutto se si guarda al lato sportivo, c’è ben poco di nuovo da scrivere.
Sia il Milan che l’Olimpia Milano alternano buone prestazioni a partite scarse, buoni risultati e pessimi, senza uno schema apparente.
Per cui anche la voglia di scrivere, in mancanza di qualcosa di nuovo da scrivere, scarseggia.

A prescindere, Forza Milan, e a culo tutto il resto.

Torneremo, più forti e più belli di prima.

Questioni ed opinioni

Farsi un’opinione sempre, su tutto è un lavoro.
Farsi un’opinione intelligente, sempre, su tutto, è un lavoraccio.
Motivo per cui evito, e non scrivo più sul blog tutti i giorni e su qualunque argomento.
Anche perché capita spesso che dopo esserti fatto un opinione, e dopo averla espressa a tutti, ti accorgi che non era poi così intelligente. O scopri nuove cose che ti fanno capire, fatemelo esprimere con un sottile giro di parole, che non avevi capito un cazzo.

Ci sono però ambiti sui quali le opinioni, soprattutto dato il ruolo irrilevante che ricopro, sono più inoffensive, e le posso esprimere più liberamente (o almeno così credo).
Uno di questi è il calcio.
Guardo le partite, a volte mi diverto, altre meno, poi ci penso su e poi vi comunico la mia opinione.
Sulla partita di Coppa del nonno Italia con l’Atalanta la mia opinione è la seguente: abbiamo perso meritando di perdere, ma anche una squadra incostante e inaffidabile come il Milan meriterebbe ogni tanto un arbitro normale (non dico bravo, normale).

Buona fine di anno a tutti, belli e brutti

E anche questo 2023 ce lo siamo (quasi) tolto dalle palle.

Signori, c’è poco da dire. Pur ben consapevoli che in realtà da domani non cambia nulla, facciamo finta che succeda qualcosa e passiamo agli auguri.

Vi auguro di stare meglio, di vivere più sereni, di trovare quello che cercare.

E, come sempre, forza Milan, e a culo tutto il resto.

E anche quest’anno la ciempionslig la vinciamo l’anno proffimo (forse).

Cominciamo col dire che se fosse stato solo per la prima ora di partita, tra Milan e Castelnuovo Inglese, il Milan avrebbe meritato di perdere e uscire dalle coppe europee senza se e senza ma.
L’ultima mezzora ha raddrizzato un po’ le cose, per quanto fossero raddrizzabili, e dato che vincere è comunque meglio di perdere, mi lamenterò poco, pochino, giusto un po’.

Non possiamo però nascondere che per un ora lo spettacolo cui abbiamo assistito noi milanisti è stato sconfortante. Una squadra senza idee, senza un gioco, ma soprattutto senza spina dorsale. Tenuti sulla linea di galleggiamento da un salvataggio quasi miracoloso di Tomori nel primo tempo e da uno altrettanto quasi di Maignan nel secondo.
Poi, nel secondo tempo, agguantato il pareggio, e calato il Newcasytle, abbiamo visto anche qualcosa di interessante.
(tra le cose interessanti c’è anche il fatto che Jovic sembra sulla via per diventare un giocatore utile alla causa)

Detto questo, a chi dice che adesso questa coppetta del nonno la dobbiamo vincere, mi sento di consigliare un po’ di prudenza. Il Milan della prima ora di ieri sera non vincerebbe neanche se giocasse a rubamazzo, con un mazzo di carte segnate, contro un pappagallo impagliato.

Siccome il Milan di quest’anno ha dimostrato più volte di saper essere sia quello della prima ora, che quello dell’ultima mezzora, con una interessante quantità di sfumature nel mezzo, non mi azzardo a fare alcuna previsione.
Mi auguro, e lo auguro a tutti i milanisti, che anche col contributo del nuovo ufficiale Capo di Tutto, si riesca a spostare le prestazioni della squadra dal livello morte e sconsolazione al livello squadra decente che porta a casa le partite già da domenica (ricordo che si gioca in orario di merda, per non perdere l’abitudine). E chiudo, as usual, col solito grido di battaglia, che a volte può sembrare una invocazione: Forza Milan, e a culo tutto il resto.

Orario di merda, partita di merda

Atalanta – Milan: 3-2

Se vi è piaciuto assistere alla partita sabato alle 18,00, adorerete la prossima, domenica alle 12,30.
Io personalmente non so più cosa augurare a chi ha avuto questa brillante idea e a chi continua a portarla avanti.

L’orario, per quanto discutibile, alla fine è stato la cosa migliore della partita, e ho detto tutto.
Avevamo immeritatamente raggiunto un pareggio che sarebbe stato un regalo, lo abbiamo sciupato prendendo gol nel recupero e, qui lo dico e qui lo confermo, alla fine è giusto così.
Se giochi così male, anche se riesci nel miracolo di far segnare un gol a Jovic, meriti di perdere e su questo non ci può essere altro da dire.

Sulla partita di mercoledì prossimo ho poco da dire. Potremmo anche vincere, non si sa mai, ma il passaggio del turno secondo me ormai è andato, kaputt, fuori discussione. Per cui rischiamo seriamente di trovarci a metà dicembre con la stagione praticamente già mandata a puttane.
Giocando come abbiamo giocato le ultime, riuscire a piazzarsi in zona Champions sarà un miracolo.
Non so se l’arrivo di Ibra, a fare non si sa bene se da badante al Pioli, alla squadra o alla proprietà, riuscirà a dare una sferzata alla stagione.
Ma al momento sono a corto di ottimismo.

Resta solo l’urlo solito gridato (Cit.), Forza Milan, e a culo tutto il resto.

Sex, AC Milan & Rock&Roll

Che dire di una squadra che in una partita determinante parte fortissima, si guadagna un rigore e lo sbaglia, subisce subito dopo un rigore e prende gol, si deprime, riparte, e alla fine segna il pareggio con il goal di uno che da quando è arrivato ha preso solo fischi e critiche perché non ha dimostrato un decimo di quello che sembrava valere. Tutto questo solo nel primo tempo.

Che non ti serve la droga, se sei milanista.

Che dire della stessa squadra che nel secondo tempo riparte benino ma morire se qualcuno tira in porta, subisce l’ennesimo infortunio muscolare ed è costretta a schierare un centrocampista tuttofare come difensore centrale, perché ce ne sono 4 su 5 rotti, si deprime di nuovo, prende gol stupidissimi, si rideprime, ed alla fine muore?

Che non ti serve la droga, se sei milanista, e dato che anche a Sex e Rock&Roll non è che siamo messi proprio benissimo, potrebbe andare peggio solo se piovesse. Merda.

La sensazione generale, al netto del fatto che se sei messo così male che in panchina ti tocca portare (e poi mandarlo in campo per la disperazione) Chaka Traoré (chi?), non è che ci sia da sperare in chissà quale miracolo tecnico, è che il ciclo vincente e rivoluzionario di Pioli si sia spento, il fuoco è spento e le braci sono fredde, e che se c’è un momento buono per il #pioliout forse è questo. Non tanto perché ci sia in giro qualcuno in grado di fare miracoli, ma giusto per dare uno scossone, rimuovere le braci fredde e cercare di accendere un nuovo fuoco, con la legna che hai.

Resta la speranza, non del tutto confutata dalla matematica, e un laconico Forza Milan, e a culo tutto il resto.