E anche quest’anno la ciempionslig la vinciamo l’anno proffimo (forse).

Cominciamo col dire che se fosse stato solo per la prima ora di partita, tra Milan e Castelnuovo Inglese, il Milan avrebbe meritato di perdere e uscire dalle coppe europee senza se e senza ma.
L’ultima mezzora ha raddrizzato un po’ le cose, per quanto fossero raddrizzabili, e dato che vincere è comunque meglio di perdere, mi lamenterò poco, pochino, giusto un po’.

Non possiamo però nascondere che per un ora lo spettacolo cui abbiamo assistito noi milanisti è stato sconfortante. Una squadra senza idee, senza un gioco, ma soprattutto senza spina dorsale. Tenuti sulla linea di galleggiamento da un salvataggio quasi miracoloso di Tomori nel primo tempo e da uno altrettanto quasi di Maignan nel secondo.
Poi, nel secondo tempo, agguantato il pareggio, e calato il Newcasytle, abbiamo visto anche qualcosa di interessante.
(tra le cose interessanti c’è anche il fatto che Jovic sembra sulla via per diventare un giocatore utile alla causa)

Detto questo, a chi dice che adesso questa coppetta del nonno la dobbiamo vincere, mi sento di consigliare un po’ di prudenza. Il Milan della prima ora di ieri sera non vincerebbe neanche se giocasse a rubamazzo, con un mazzo di carte segnate, contro un pappagallo impagliato.

Siccome il Milan di quest’anno ha dimostrato più volte di saper essere sia quello della prima ora, che quello dell’ultima mezzora, con una interessante quantità di sfumature nel mezzo, non mi azzardo a fare alcuna previsione.
Mi auguro, e lo auguro a tutti i milanisti, che anche col contributo del nuovo ufficiale Capo di Tutto, si riesca a spostare le prestazioni della squadra dal livello morte e sconsolazione al livello squadra decente che porta a casa le partite già da domenica (ricordo che si gioca in orario di merda, per non perdere l’abitudine). E chiudo, as usual, col solito grido di battaglia, che a volte può sembrare una invocazione: Forza Milan, e a culo tutto il resto.

Orario di merda, partita di merda

Atalanta – Milan: 3-2

Se vi è piaciuto assistere alla partita sabato alle 18,00, adorerete la prossima, domenica alle 12,30.
Io personalmente non so più cosa augurare a chi ha avuto questa brillante idea e a chi continua a portarla avanti.

L’orario, per quanto discutibile, alla fine è stato la cosa migliore della partita, e ho detto tutto.
Avevamo immeritatamente raggiunto un pareggio che sarebbe stato un regalo, lo abbiamo sciupato prendendo gol nel recupero e, qui lo dico e qui lo confermo, alla fine è giusto così.
Se giochi così male, anche se riesci nel miracolo di far segnare un gol a Jovic, meriti di perdere e su questo non ci può essere altro da dire.

Sulla partita di mercoledì prossimo ho poco da dire. Potremmo anche vincere, non si sa mai, ma il passaggio del turno secondo me ormai è andato, kaputt, fuori discussione. Per cui rischiamo seriamente di trovarci a metà dicembre con la stagione praticamente già mandata a puttane.
Giocando come abbiamo giocato le ultime, riuscire a piazzarsi in zona Champions sarà un miracolo.
Non so se l’arrivo di Ibra, a fare non si sa bene se da badante al Pioli, alla squadra o alla proprietà, riuscirà a dare una sferzata alla stagione.
Ma al momento sono a corto di ottimismo.

Resta solo l’urlo solito gridato (Cit.), Forza Milan, e a culo tutto il resto.

Sex, AC Milan & Rock&Roll

Che dire di una squadra che in una partita determinante parte fortissima, si guadagna un rigore e lo sbaglia, subisce subito dopo un rigore e prende gol, si deprime, riparte, e alla fine segna il pareggio con il goal di uno che da quando è arrivato ha preso solo fischi e critiche perché non ha dimostrato un decimo di quello che sembrava valere. Tutto questo solo nel primo tempo.

Che non ti serve la droga, se sei milanista.

Che dire della stessa squadra che nel secondo tempo riparte benino ma morire se qualcuno tira in porta, subisce l’ennesimo infortunio muscolare ed è costretta a schierare un centrocampista tuttofare come difensore centrale, perché ce ne sono 4 su 5 rotti, si deprime di nuovo, prende gol stupidissimi, si rideprime, ed alla fine muore?

Che non ti serve la droga, se sei milanista, e dato che anche a Sex e Rock&Roll non è che siamo messi proprio benissimo, potrebbe andare peggio solo se piovesse. Merda.

La sensazione generale, al netto del fatto che se sei messo così male che in panchina ti tocca portare (e poi mandarlo in campo per la disperazione) Chaka Traoré (chi?), non è che ci sia da sperare in chissà quale miracolo tecnico, è che il ciclo vincente e rivoluzionario di Pioli si sia spento, il fuoco è spento e le braci sono fredde, e che se c’è un momento buono per il #pioliout forse è questo. Non tanto perché ci sia in giro qualcuno in grado di fare miracoli, ma giusto per dare uno scossone, rimuovere le braci fredde e cercare di accendere un nuovo fuoco, con la legna che hai.

Resta la speranza, non del tutto confutata dalla matematica, e un laconico Forza Milan, e a culo tutto il resto.

Milan – Udinese: 0-1

Dopo aver visto la partita, e dopo aver letto un po’ (un bel po’) di commenti di milanisti e/o presunti tali sui social tutti, posso finalmente affermare un paio di cose, magari anche qualcuna in più di un paio.

La prima, che dopo aver sbirciato in giro per la rete (una volta la chiamavamo anche così) mi preme particolarmente, è che ALIBI NON E’ SINONIMO DI SCUSA!
ALIBI NON SIGNIFICA SCUSA, SCUSANTE, GIUSTIFICAZIONE, MOTIVAZIONE, ETC.
ALIBI SIGNIFICA CHE UNO ERA DA UN’ALTRA PARTE, NON CHE HA UNA SCUSA O UN’ATTENUANTE.
AVETE ROTTO IL CAZZO, AVETE ROTTO IL CAZZO.

(Scusate, ma ce l’avevo qua, sul gozzo, da un po’).


Pioli è a fine corsa?
Probabile.
Ha senso cacciarlo adesso?
Non lo so.
Ma temo che se già martedì non dovesse andare bene, diventerebbe necessario, anche se non c’è in giro qualcuno che possa fare miracoli al posto suo (e no, Andonio Gonde “sietevoilamafiadelcalcio” non lo voglio neanche prendere in considerazione).
Però, nell’ultimo post invocavo da parte sua un po’ di duttilità, e lui, come se mi avesse letto, è stato duttile, ed ha portato in campo contro l’Udinese un inedito 442 con Jovic (Jovic!) prima punta e Musah sulla fascia destra. Schema che ha fruttato uno dei primi tempi più insulsi che io ricordi negli ultimi anni.
Nel secondo tempo ha cambiato un paio di uomini, ma ha mantenuto il modulo. Bene ma non benissimo, tant’è che poco è cambiato.
Solo nel finale, con l’ingresso di Romero, ha deciso di cambiare anche il modulo tornando al consueto 4321. Too late bro.
Sulla sconfitta, alla fine, c’è poco da dire, se non fosse arrivata con un rigore inesistente.

Lo dico subito, quasi subito, così non ci pensiamo più: se c’è stato uno che sabato sera, a modo suo, per carità, ha tentato di salvare la baracca per tutta la partita e non solo nel frenetico finale, è stato Rafa Leao.
Se non la pensate così, vi perdono perché non sapete quello che fate.
Però, capiamoci.
Lui ci ha provato, incaponendosi con tentativi di cross quando non c’era nessuno in area (cioè quasi sempre) o con tiri quando forse avrebbe dovuto crossare, facendo sempre sempre sempre la stessa cosa, e dimostrando per l’ennesima volta qual è la differenza tra lui e Mbappè, nel caso ci fossero dei dubbi.
Ma è anche stato per tutta la partita l’unico che abbia provato, riuscendoci a volte e altre no, a saltare l’uomo. Perennemente marcato da due se non tre difensori avversari, perennemente cercato dai compagni al termine di azioni tutte uguali, è stato per tutta la partita l’unico sbocco offensivo della squadra. con un solo copione: partenza dal basso, palla che viaggia da destra a sinistra e da sinistra a destra in prossimità dell’area avversaria, poi palla a Leao che salta l’uomo e la butta in mezzo, dove immancabilmente non c’è nessuno.
Per cui se il vostro sport preferito è la caccia al colpevole, cercate altrove.

Krunic.
Rade Krunic.
Che fare con questo ragazzo?
Non è che sia del tutto scarso, semplicemente non è abbastanza bravo per essere titolare a quel livello (e stiamo parlando di una squadra che nelle ultime 4 partite ha rimediato 3 sconfitte e un pareggio).
Checché se ne dica, quando è entrato Adli s’è vista la differenza, è bastato un cambio di capo dalla sinistra sulla destra, diritto sul piede di Leao da 30 metri, per vedere cosa vuol dire avere qualcuno che la palla sa anche che forma abbia.
Sul rigore poco da dire: Adli è stato ingenuo, ma quello non può essere rigore mai. Da qualunque inquadratura lo si guardi, si vede che lui sposta la palla. Fine delle discussioni.

Ibra.
Tutti lo vogliono, tutti lo invocano.
Certo, farlo arrivare adesso, a fianco di Pioli, per fare da uomo squadra o da motivatore, sarebbe visto da tutti come un commissariamento dell’allenatore e non so se e quanto possa essere positivo per il morale della squadra. Magari sì.
Peraltro Ibra è il capo di tutto, deciderà lui cosa fare.

Domani siamo all’ennesima partita fondamentale per la stagione (e, temo, per il posto di lavoro di Pioli). Francamente non so cosa aspettarmi, e questa è la parte peggiore.
Per cui teniamoci stretti ai pochi capisaldi rimasti, Forza Milan, e a culo tutto il resto.

Settimana dura anzichenò – il ritorno del nemico

Devo dire che sono arrivato a poco prima della partita di domenica un po’ depresso. Alla fine del primo tempo ero un po’ confortato, aiutato anche da pensieri tipo: “ecco, vedi che se quando crossi e in mezzo all’area c’è qualcuno disposto a prenderla possono anche succedere cose piacevoli”, e poi a fine partita mi sono ritrovato depresso come prima.

E’ ovvio che perdere due partite su tre, e pareggiarne una in cui si era andati in doppio vantaggio, aiuta a coltivare un umore scuretto, per cui mi punge vaghezza di rispolverare alcune vecchie tradizioni di questo blog e stilare una lista di quelli che, a stagione ormai abbondantemente iniziata, sono è probabilmente saranno i miei nemici:

Il primo, forse è pure il più ovvio, è Rade Krunic. Per carità, in un certo qual senso gli voglio anche bene, è sempre stato il più scarso della cumpa, almeno coi piedi (cosa invero non irrilevante, dato il mestiere che ha deciso di fare), ma è anche sempre stato stato quello che dove lo mettevi stava, se doveva entrare a partita in corso a far legna, entrava e faceva legna, davanti, dietro, in mezzo, a far legna e distribuire (e raccogliere) mazzate.
Diverso però è il discorso se da jolly tappabuchi diventa titolare, con anche compiti di regia, cosa per cui la conformazione dei suoi piedi (in pratica è un mancino puro, ma con due piedi destri), non è adatta.
E qui arriva il secondo nome: Stefano Pioli.
Mi trovo in difficoltà a nominare pure lui come nemico, in fondo è l’uomo del miracolo, quello che ha guidato i ragazzi alla vittoria dello scudetto. Ma, diciamolo, la sensazione che il suo ciclo sia concluso, che meglio di quanto ha già fatto non si possa fare, ce l’abbiamo un po’ tutti.
Non sono un fautore del #pioliout. Cacciarlo adesso, senza avere un Guardiola nel taschino (ma anche avendolo, cosa potrebbe fare con una squadra che non ha costruito lui?), secondo me sarebbe un errore. Anche perché, nonostante la terribile settimana appena conclusa, in campionato siamo a solo 3 punti dalla prima, e in Champions la situazione è difficile, ma non irrecuperabile (qualcuno potrebbe obiettare che proprio perché ancora nulla è perduto, forse conviene cambiare adesso prima che sia troppo tardi).
Certo, il nostro dovrebbe dare sfoggio di una duttilità che finora sembra un po’ essergli mancata. Rinunciare magari a qualche suo pupillo (io, per esempio, non capisco perché continui a preferire Krunic a Adlì, che non sarà Pirlo ma almeno ha già dimostrato di saper distinguere il piede destro da quello sinistro), sforzarsi di capire che non si può affrontare il PSG con lo stesso modulo di gioco con cui si affronta (senza offesa per nessuno) il Bologna.
Sempre che, come ventilano alcuni, non ci sia dietro un problema più serio nei rapporti tra Pioli e lo spogliatoio. Se i giocatori non lo seguono più, o peggio alcuni giocano contro di lui, allora il problema è molto più serio e più urgente, e si tratta di decidere se mandare viea lui o mandare via mezza squadra, nella migliore delle ipotesi.
E qui veniamo al nemico numero uno: uno spettro si aggira per l’Europa, ma in particolare su Milanello. E’ il fantasma di Antonio Conte. Quello del “siete voi la mafia del calcio”. Quello del gol di Muntari.
Ecco, qui lo dico e qui (non) lo nego. Se, come purtroppo anche molti cosiddetti milanisti invocano, dovesse essere lui il successore di Pioli, in corso di stagione o a giugno è indifferente, la mia voglia di seguire la squadra, guardare le partite, pagare mensilmente DAZN e NOW TV, subirebbe un netto tracollo.
Sarà anche un allenatore vincente (in Europa molto meno che in campionato), ma Conte è il contrario del Milanismo, sia di quello vecchio stampo, Casciavit, che di quello moderno.
Ho già dovuto sopportare, non accettare né apprezzare, un anno con Bonucci capitano. Conte allenatore del Milan, dovesse anche vincere tutto, sarebbe più forte di me.

Detto questo, in vista dei prossimi impegni, Forza Milan, e a culo tutto il resto.

Milan- Ladzie: 2-0

Breve cronaca di un normale sabato pomeriggio, in un ormai consueto orario di merda:
VENI, VIDI, VICI.
Se facessimo finta che quell’altro sabato pomeriggio, anche quello in un orario di merda, non fosse mai esistito, potremmo ritenerci soddisfatti dei risultati del Milan finora?
Facendo finta, ma anche senza farlo, direi proprio di sì.
Certo, c’è quella macchia indelebile, cui bisogna prima o poi porre rimedio.
Sei vittorie, un pareggio e una sconfitta.
Per lamentarsi dell’andamento della squadra, oggi, bisogna essere un po’ interisti dentro.

Così ho sentenziato.
Forza Milan, e a culo tutto il resto.

C’è chi dice no

Né al sudore, né al logorio della vita moderna, io dico no alla lobby degli orari di merda.

Facciamo un breve riassunto delle ultime partite del Milan e dei rispettivi orari, giorni di programmazione:
Intermerda-Milan, sabato 16 settembre alle 18,30. Ditemi voi se non è a tutti gli effetti un orario di merda.
Milan-Castelnuovo Inglese, martedì (giorno lavorativo) alle 18,45. Indiscutibilmente un orario di merda di livello internazionale.
Milan-Verona, sabato 23 settembre ore 15,00. E’ anche questo un orario di merda? Ma certo che sì. Lo so, una volta le partite si giocavano tutte alle 15,00. ma di domenica. E in premier league giocano al sabato, ma loro sono inglesi, che c’entrano. Il sabato pomeriggio, alle 15,00. è un orario di merda.
Per non parlare delle prossime:
Cagliari-Milan, oggi, mercoledì (giorno lavorativo), alle 18,30. C’è solo una cosa da dire: orario di merda. Senza se e senza ma. E forse anche senza un perché.
Milan-Lazio, la prossima sabato 1 ottobre, alle 18,00, e con questa anno ben 5 partite consecutive in orari di merda.


Milan – Castelnuovo inglese: 0-0

Vediamo prima le cose belle:

Gli applausi a Tonali.

Non abbiamo perso.

La partita di Tomori. Forse un turno di riposo e meditazione gli ha fatto bene.

Ora le altre, meno belle:

Di fatto, abbiamo buttato due punti.

Ventordicimila tiri, tiracci, tiretti, svirgolate e madonne, senza mai buttarla dentro. Forse acquistare una ponta, anche di quelle coi piedii quadrati e le ginocchia a cricchetto, ma che ogni tanto la butta dentro di rimbalzo, di culo, non avrebbe fatto male.

Leao che cerca il colpo a effetto e trova un effetto comico.

Leao che ogni tanto passeggia sconsolato. Leao che comunque ha fatto vedere ancora una volta di essere l’unico in grado di fare la differenza, e questo non depone molto a favore degli altri.

Gli infortuni di Maignan e Loftus Cheek (prima o poi imparerò a scriverlo).

Cose belle e cose ancora più belle

Bello vedere il Milan lì, in cima alla classifica.
Belli, anzi molto belli, quei numeri lì, 3 partite 9 punti, 2 gol subiti e 8 segnati.
Bello tutto, bello soprattutto vedere giocare questa squadra giovane ed entusiasta, che sembra divertirsi in campo. Ma volendo parlare di cose belle, ho deciso di abbandonare il calcio e passare al basket, perché sta succedendo, quasi ignorata dalla stampa sportiva italliana, una cosa bellissima, anzi come diciamo noi giovani, bellissimissima.

Dunque, la notizia è questa: si stanno giocando i mondiali di pallacanestro (altrimenti detto basket). Nelle Filippine, che per chi non ne sa non verrebbe da associare a questo sport, ma i ben informati dicono essere un posto in cui il basket è quasi una religione.
In questi mondiali l’Italia è riuscita a qualificarsi ai quarti di finale.
Siamo nelle prime 8 del mondo. L’ultima volta era successo 25 anni fa.
L’ultima volta, 25 anni fa, Gianmarco Pozzecco, detto il POZ, faceva parte della nazionale come giocatore.
Ora, 25 anni dopo, la allena.
Sarebbe già bello di suo così, senza aggiungere altro.
Poi c’è da aggiungere, e questo lo aggiungo solo a beneficio di chi di basket non sa niente, che il Poz è un pazzo vero. Era un giocatore pazzo (odiato da quasi tutti i suoi avversari perché pazzo), ma dotato di purissimo distillato di talento, e si sta dimostrando un allenatore pazzo, ma bravo quanto lo era quando giocava.

Oggi ce la giochiamo contro la nazionale USA, che come da consolidata tradizione ha abbondantemente snobbato questi mondiali (tanto per loro i campioni del mondo sono i Campioni NBA). Sarà, spero, una bella partita. Sul risultato non mi esprimo.
Purtroppo sarà alle 14,30, orario in cui per riuscire a vedere la partita mi toccherà, per diversi motivi, fare parecchi giochi di prestigio.

Ma suggerisco a chi può di vederla. Anche se non avete mai guardato il basket. Potreste scoprire una cosa bella.

Bologna – Milan: 0-2

Eccoci ancora qui. Finalmente è tornato il campionato, unico apostrofo rosa tra le parole “l’estate sta finendo”. Per lo meno quando si vince.

Il mio giudizio su tutto quello che è successo quest’estate è sospeso. Diciamo che resta un fondo di amarezza per certi addi improvvisi, ma hey, diciamolo, non stiamo parlando di gente lasciata in mezzo a una strada senza neppure un ombrello per ripararsi, per cui ok, penso che me ne farò una ragione. Soprattutto se la squadra riuscirà a farmi soffrire un po’ meno rispetto a quella dell’anno scorso. Mi resta una vaga sensazione di incompletezza per quanto riguarda l’acquisto di una punta che risolve problemi in mezzo all’area, ma staremo a vedere. Siamo solo all’inizio.

La partita: 25 minuti di buon Milan, in cui finalmente i nuovi innesti (soprattutto Rejinders e Pulisic) han fatto vedere ottime cose, e poi 70 minuti di partita fiacca, estiva e confusionaria. Ci sta tutto, anche il risultato mai in discussione. Ma è bello, diciamolo, cominciare il campionato con una certa tranquillità è una bella sensazione.

Forza Milan, e a culo tutto il resto.